Cronaca di Frosinone

Giovedì 6 Gennaio 2000
Prosegue l’inchiesta della Procura della Repubblica di Frosinone dopo la denuncia presentata dal sindacato
”Città Bianca”, giallo da otto miliardi
Misteri e sospetti dietro le fatture spedite dalla clinica di Veroli all’Asl

di FABIANA DELLA VALLE

Ancora nell’occhio del ciclone la clinica di Veroli "Città Bianca". Al centro delle polemiche sono ancora le fatture, per un valore di circa 8 miliardi di lire, fatte recapitare dalla clinica all’indirizzo dell’Azienda Sanitaria, e rispedite (ma solo pochi giorni fa) da quest’ultima a Veroli.
Rispedite indietro perché la clinica, pur essendo stata autorizzata dalla Regione ad erogare servizi ospedalieri, non è ancora "accreditata" ossia, convenzionata: per cui ricoveri e prestazioni sono a totale carico del paziente. Ma è proprio qui che la vicenda s’ingarbuglia.
Perché, allora, la "Città Bianca" ha spedito quelle fatture? Sperava, forse, che nel frattempo arrivasse il convenzionamento?
E che su queste fatture di 8 miliardi ci sia del mistero lo si intuisce verificando che le prestazioni relative ai mesi di luglio e agosto sono state protocollate solamente a settembre. Come mai è trascorso tutto questo tempo dalla data di emissione a quella di registrazione presso l’Asl?
E ancora, perché le fatture sono state rispedite dall’Asl alla "Città Bianca" solamente dopo che il caso è esploso sui giornali (a dicembre) e non appena le sono pervenute?
«È vero - ammette il dottor Gianluigi Bracciale, responsabile amministrativo dell’azienda - una parte delle fatture è arrivata in mio possesso solamente ad inizio dicembre, ma il motivo di tutto questo ritardo non lo conosco. Proprio per cercare di fare chiarezza ho aperto una piccola indagine interna. Comunque, appena giunte sul mio tavolo sono state subito rispedite al mittente».
Ma allora, dove sono state "parcheggiate" le fatture per tutti questi mesi? Negli uffici dell’Asl dicono tutti di non saperne niente. Tranne il ragionier Bruno Mattei, dell’ufficio Gestioni Atti, che dice di averle avute in custodia: «Mi sono state recapitate tempo fa dal dottor Bucchiarone (coordinatore del gruppo di lavoro misto "Città Bianca"-Asl che doveva valutare la validità di una forma di collaborazione tra l’Azienda pubblica e la clinica privata) ed io le ho consegnate all’ufficio amministrazione e finanze. Perché sono arrivate fino a me? Non lo so, probabilmente per errore, perché il mio ufficio non ha queste competenze».
L’iter seguito dalle fatture, però, non è l’unico punto oscuro della vicenda Asl-"Città Bianca". Come è possibile che il gruppo di lavoro misto che aveva il compito di vigilare sull’andamento della sperimentazione (ossia di una collaborazione tra pubblico e privato) non si è accorto che i ricoveri erano 2-3 volte superiori agli 80 previsti dalla sperimentazione? «Il compito del gruppo di lavoro - prosegue Bracciale - era quello di verificare la validità e la convenienza di un regime misto pubblico-privato e non certo di controllare i posti-letto occupati».
Ma resta il problema del saldo delle fatture emesse. Chi pagherà adesso le prestazioni effettuate dalla clinica nella fase di sperimentazione? «Sono interamente a carico della "Città Bianca" - conclude perentorio Bracciale - perché la sperimentazione non prevedeva alcun onere per l’azienda. Era soltanto una prova per cercare di capire se fosse o meno conveniente per noi appoggiarci a una clinica per fornire prestazioni ancora non attivate negli ospedali della provincia (come ad esempio la terapia del dolore). E la clinica lo sapeva fin dal principio. Però ritengo che, inviando quelle fatture, ci ha semplicemente "provato". Esattamente come ci provano tante altre cliniche non accreditate dalla Regione. Una cosa è certa: l’azienda non pagherà».
E la clinica "Città Bianca"? Come intende muoversi adesso? Perderà quegli 8 miliardi o si rifarà sui pazienti?
Malgrado la delicatezza dell’argomento da Veroli non è arrivata alcuna replica. La famiglia Faroni (che gestisce la casa di cura) è stata irrintracciabile per tutta la giornata di ieri, esattamente come lo è stata nei giorni addietro. E questo non giova certo a far chiarezza sulla vicenda. Non solo: ma questo mutismo non ha permesso nemmeno di verificare se ad alcuni pazienti la clinica viene presentata come "convenzionata" quando invece, nella realtà, ancora non lo è.
Intanto, in tutto questo groviglio di dubbi e misteri, continuano le indagini della Procura della Repubblica attivata da una denuncia del sindacato.