Cronaca di Frosinone

Martedì 28 Novembre 2000
In venti anni 111 casi in Ciociaria
Allarme Aids, i contagiati
sono degli ”insospettabili”

di ANNALISA MAGGI

Esplode l’allarme Aids in Ciociaria, ma non tanto per il numero dei malati quanto per le categorie delle persone contagiate. Nell’ultimo anno, infatti, mentre sono diminuiti i casi di Aids in provincia di Frosinone, sono cresciuti gli "insospettabili" colpiti dal virus: ossia persone di media-ottima famiglia che oggi si scoprono malati, per aver avuto rapporti a rischio 8-10 anni fa.
Le cifre parlano chiaro, e ci troviamo di fronte ad un fenomeno nuovo: dopo l’esplosione della malattia come conseguenza del contagio (per lo scambio di siringhe) tra gli eroinomani, il virus dell’HIV ha oggi altri bersagli. La malattia del secolo,infatti, colpisce nel 70% dei casi gli eterosessuali che scoprono di aver contratto il virus per un comportamento a rischio avuto nel passato (spesso senza nemmeno ricordare con chi). Una tale legerezza purtroppo, però, è fatale e vanifica gli effetti della terapia farmacologica che viene seguita quando la malattia è ormai in fase avanzata. La notizia è stata data a Milano al congresso nazionale organizzato dall’Anlaids (Associazione Nazionale per la Lotta all’Aids) ed emerge dai dati del COA, il Centro Operativo Aids dell’Istituto Superiore di Sanità. Dal primo luglio 1999 al 30 giugno del 2000 sono scesi da sette a tre i casi di Aids su persone residenti in provincia di Frosinone. In totale, negli ultimi 20 anni, i casi accertati sono saliti a 111. «A dar retta alle cifre - dice Francesca Danese, presidente dell’Anlaids del Lazio - c’è stato un calo. Ma attenzione: questo non rispecchia affatto la realtà perché la malattia è sempre presente. Ci si aspetta anzi una ripresa, specie fra i giovani come sta avvenendo in Francia dove si scatena il sesso estremo». Insospettabile dunque e "incredibile", come lo definiscono ancora al vertice di Milano, perché ad essere colpiti sono persone avanti negli anni che si sono infettate dieci anni fa. Non rientrando tra le categorie a rischio, trascurano la possibilità di fare il test dell’HIV che invece è fondamentale per aggredire gli effetti della malattia. «Ma non possono stare tranquilli - aggiunge Francesca Danese - nemmeno i giovani che s’infettano stando in branco, dimenticando, o volutamente trascurando, il preservativo». Tra gli adolescenti è la promiscuità e la poca accortezza nei comportamenti sessuali, insomma, a provocare il dilagare dell’infezione che nell’ultimo anno ha portato il Lazio nel secondo posto della graduatoria nazionale dopo la Lombradia.