Cronaca di Frosinone

Domenica 3 Dicembre 2000
Ceccano/Processo per tre dottori dell’ex Usl . La piccola paziente, che ora ha cinque anni, è invalida del tutto
Bimba disabile, medici a giudizio
Secondo l’accusa sottovalutarono i sintomi di allergia al vaccino

Paola ha cinque anni e non può giocare come gli altri bambini. Non riesce a stare in piedi, cammina solo con le stampelle. Colpa del vaccino obbligatorio che le hanno iniettato nell’ambulatorio Asl di Ceccano, quando lei aveva ancora sei mesi. La battaglia legale della mamma per dimostrare che all’epoca qualcuno dei medici ha sbagliato è cominciata nel ’96: solo ieri la magistratura di Frosinone ha riconosciuto che i suoi sospetti erano fondati. Il sostituto procuratore Saverio Musolino ha disposto la citazione a giudizio per tre dei medici che seguirono la bimba, i dottori Italo B. (48 anni), Filippo A. (71) e Wanda C. (64) tutti dell’ex Servizio Vaccinazioni di Ceccano. Li accusa di "lesioni colpose gravissime", la prima udienza è stata fissata al 20 febbraio 2001. In pratica, sono sospettati di avere sottovalutato i sintomi negativi che la bimba aveva mostrato subito dopo l’iniezione del primo ciclo di vaccino antipolio; di avere continuato ad usare i farmaci ai quali Paola era allergica.
L’inchiesta della procura di Frosinone all’inizio aveva coinvolto sei medici ma era stata archiviata due anni fa. Nessuno aveva individuato un collegamento tra la vaccinazione e la malattia della bambina. Anche i due periti nominati dalla magistratura lo avevano escluso. Il caso è stato riaperto dopo l’intervento dell’Istituto superiore di sanità e dopo il parere espresso dal professor Montinari, il medico che venne incaricato dal pretore di Maglie d’eseguire un’indagine scientifica sulla validità della cura Di Bella. A chiedere il loro intervento sono stati gli avvocati Nicola Ottaviani e Antonio Natalizia, incaricati dai genitori di Paola di seguire il caso. L’Istituto ha ammesso che si tratta di una "sindrome post vaccinica", cioè la colpa della malattia è dovuta al farmaco iniettato. Ma non è stata una fatalità, il classico caso di reazione negativa che si verifica in media ogni centomila vaccinazioni. O almeno questo ha sostenuto il professor Montinari: nella sua perizia dice che, appena Paola aveva mostrato i sintomi di allergia, andava sospesa la somministrazione dei farmaci. Invece - secondo l’accusa - si continuò ad utilizzare lo stesso tipo di medicine. Così Paola adesso è invalida al cento per cento.
Una seconda inchiesta è ancora in corso. La denuncia è stata presentata quando la mamma ha chiesto un certificato in cui si attestassero le date esatte di somministrazione dei farmaci. «Le date sono false» è scritto nell’esposto, in cui si ipotizzano i reati di "falso in atto pubblico" e "abrasione di registri".

Al. Po.