Cronaca di Frosinone

Mercoledì 21 Marzo 2001
Dopo l’ attacco dell’assessore regionale Iannarilli, il direttore generale Cavallotti spiega perchè perde 10 miliardi al mese
«Il deficit? Non posso tagliare i servizi»
Il manager Asl replica: «Non mi sento sfiduciato, io vado avanti»

di RAFFAELE CALCABRINA

«Le priorità dell’azienda sono di tipo assistenziale, nel rispetto del cittadino-paziente: il bilancio non è l’unico problema e poi io il deficit l’ho ereditato. Non posso tagliare i servizi e non acquistare i macchinari». Il manager dell’Asl di Frosinone, Carmine Cavallotti, non ha dubbi sugli obiettivi da perseguire e respinge le accuse dell'assessore regionale all’Agricoltura Antonello Iannarilli di Forza Italia, uno dei suoi grandi elettori, che l’altro ieri aveva puntato l’indice sull’indebitamento dell’ente (dieci miliardi al mese di deficit).
Ma, a pochi mesi dal suo insediamento già si chiede una verifica..
«E’ giusto che dopo 18 mesi venga giudicato il mio operato spero di arrivare all’appuntamento avendo raggiunto più obiettivi possibili, e là, dove possibile, avendo messo un freno al debito. Devo operare in modo tale che la gente abbia fiducia nell’Asl: abbattere i tempi di attesa, garantire prestazioni adeguate, assistenza domiciliare, umanizzazione del servizio questi sono gli obiettivi».
Ma le è stato chiesto soprattutto di ridurre il deficit..
«E’ chiaro che l’azienda deve fare anche un discorso privatistico, senza perdere di vista il bilancio, che non è l’unico problema. La Regione ci dà 52 miliardi al mese, ma noi ne spendiamo 62: le rimesse della Regione non sono sufficienti a garantire la qualità del servizio. La Regione dovrebbe meglio valutare le nostre necessità. In qualche modo dobbiamo investire per non mortificare l’assistenza. Ma il problema è sapere cosa vuole fare la Regione della sanità: se vogliono puntare sulla qualità devono investire di più. Io faccio il direttore generale non per far quadrare il bilancio, ma per garantire una corretta assistenza, senza fare spreco di denaro pubblico. Adesso è importante andare avanti e non fermarsi: rischiamo di sprecare il lavoro fatto in questi primi quattro mesi. Credo che in questa fase non sarà possibile limitare le spese: se adesso investiamo meno, avremo una bassa qualità delle prestazioni e meno possibilità di attrarre nelle strutture pubbliche i pazienti».
E quindi come concilierà le opposte esigenze?
«La mia direzione sarà vincente solo se riesco a soddisfare il cittadino nei suoi bisogni assistenziali, creando un’organizzazione migliore. Per gli ospedali di Frosinone e Cassino abbiamo acquistato gli apparecchi per la tac e la risonanza magnetica che hanno un costo, soprattutto di installazione, visto che una volta acquistate non possiamo certo tenerle imballate. Si tratta di una spesa di 170 milioni che, pur non elevatissima, va sempre ad incidere sul bilancio».
Veniamo ora alle dimissioni del direttore amministrativo, Andreina Raponi. Perchè se n’è andata all’improvviso?
«Stimo e rispetto la dottoressa Raponi, se non fosse così non l’avrei scelta. Chiedetelo a lei il motivo di questo abbandono. Io non ne parlo per cortesia».
C’è un problema per le nomine dei vertici dei poli ospedalieri?
«Le nomine sono legittime sia per quanto riguarda le capacità professionali che per quanto concerne il rispetto dell’iter amministrativo. Abbiamo fatto un bando e abbiamo ricevuto domande e curricula dei candidati. Abbiamo puntato sulle qualità manageriali: chi non è stato scelto non è perchè non ha capacità professionali, anzi, ci saranno altre opportunità quando procederemo a nuove nomine. Le dimissioni della Raponi non sono un problema. Se non saranno revocate provvederemo a una nuova nomina perchè l’azienda deve andare avanti».
Come giudica il violento attacco di Iannarilli? Si sente sfiduciato e sarebbe pronto a dimettersi?
«Non mi sento in discussione. Non vedo contestazioni sul mio operato, ritengo di fare il mio dovere. E poi non devo rispondere a Iannarilli. So che lui, in quanto assessore, è un mio controllore, ma dovrà controllarmi al momento opportuno. È chiaro, che se dovessi essere un ostacolo al progredire dell’azienda potrei pensarci sopra».