Frosinone

Domenica 25 Marzo 2001
«I periti del tribunale hanno stabilito che non c’è nesso tra la somministrazione e i danni subiti dalla piccola»
«Il medico non è uno sciamano»
Bimba disabile dopo il vaccino, la difesa del dottore chiede chiarezza

di RAFFAELE CALCABRINA

«Il dottor Apruzzese ha fatto il suo dovere di medico e ora chiede al tribunale massima chiarezza sul caso, arrivato alla fine di un'attività lavorativa nella quale ha praticato migliaia di vaccinazioni». E' quanto ha dichiarato l'avvocato Anna Elisa De Santis, legale del medico, imputato con i colleghi dell'ospedale di Ceccano, Italo Bruni e Wanda Cecconi, nel processo per lesioni gravissime in dato di una bambina. I fatti contestati risalgono al 1996, quando una bambina di Ceccano di sei mesi fu sottoposta alla vaccinazione antipolio. I genitori della piccola (ora invalida al 100%) accusano l'equipe medica di aver causato, a seguito della vaccinazione, i danni alla loro figlia, sottovalutando i sintomi negativi che la stessa (si suppone allergica ai farmaci) aveva mostrato dopo l'iniezione del primo ciclo di vaccino.
«L'emozione che suscita il caso è grande - continua l'avvocato De Santis - uno scenario emblematico: da una parte il neonato, dall'altra la scienza con il suo volto duro, quello dell'atto medico obbligatorio come è la vaccinazione. A margine, un uomo, il medico, al quale, nel luogo più simbolico della nostra comunità, il tribunale, viene assegnata la parte dello sciamano che tutto può sulla salute delle persone. Ancora più lontane, scacciate via nella memoria più remota, le immagini terribili dei settemila casi all'anno di paralisi poliomelitica, le immagini dei bambini esclusi dal mondo che si aggirano a fatica, malsopportati, nella società prima che entrasse la vaccinazione di massa. Quelle immagini sono state ben presenti ai medici vaccinatori nell'azione quotidiana». L'avvocato poi entra nel merito del processo: «I periti nominati dal gip in una fase precedente di questo processo (incidente probatorio) avevano escluso il nesso fra la vaccinazione della bambina e le malattie della stessa, ipotizzando un danno precedente. Questi periti del tribunale, non dell'imputato, hanno confermato le loro conclusioni ed hanno precisato che non vi è giustificazione scientifica per sostenere l'accusa. Al momento è oggetto di prova sia che la minore abbia subito un danno da vaccinazione quanto che vi sia stato errore da parte dei medici».