Cronaca di Frosinone

Mercoledì 18 Aprile 2001
Intervista al dott. Benito Savo, medico e candidato della CdL alla Camera
Centralità dell’ospedale
In attesa della costruzione del nuovo, l’Umberto I non va abbandonato

di LUCA SERGIO

I PROBLEMI della Sanità li vive ogni giorno a contatto con i ricoverati della Divisione di Medicina del presidio ospedaliero di Frosinone e con quanti gli si rivolgono. Quindi è un addetto del settore e perciò può parlare con cognizione.
Ma il dott. Benito Savo è anche uno che fa politica da una vita ed è sindaco da anni a Torrice, il luogo natìo, prima nel Psi e da tempo in Forza Italia. Alle regionali dell’anno scorso ha ben figurato e adesso si presenta alla Camera dei deputati, collegio di Frosinone. Lo abbiamo intervistato per fare il punto sullo stato della sanità frusinate.
Dott. Savo, che ne facciamo dell’ospedale di Frosinone? «In attesa di vedere finalmente realizzato il nuovo in Via Fabi, ritengo che vada fatto il possibile per ristrutturare i reparti perché i cittadini non possono essere assistiti in queste condizioni. Ribadisco quello che mi è capitato di dire nei recenti convegni di Forza Italia e cioè che la centralità della struttura non può essere messa in discussione, sia per la sua posizione geografica e sia perché connotazione del capoluogo. Sulla ristrutturazione possibile a breve e medio termine dei reparti abbiamo avuto la disponibilità del manager Cavallotti e così dicasi sull’assicurazione che saranno istituite neurochirurgia e neurotraumatologia».
Ritiene utile il collegamento in rete di tutti gli operatori? «Senza dubbio e in quest’ambito sono dell’avviso che il proposito del direttore generale dell’Asl vada sostenuto. È particolarmente utile il collegamento con i medici di base, con i quali noi medici ospedalieri dobbiamo trovare forme di sinergia necessarie, sia nella fase pre che post-ospedaliera e ad essi si deve consentire l’accesso in ospedale in modo che si apprendano le nuove linee guida del trattamento domiciliare dei pazienti. Ne conseguirà una migliore assistenza domiciliare e una maggiore efficacia degli operatori in periferia, con indubbi vantaggi sulla spesa».
Che ci dice sulle liste di attesa? «Il dott. Cavallotti si è impegnato a ridurle di molto. Per comprimerle, è necessario potenziare i servizi ricorrendo alle più moderne tecnologie e cercando personale qualificato. Bisognerebbe pure sensibilizzare il mondo accademico affinché siano ampliati gli accessi ad alcune specializzazioni, particolarmente carenti. Mi riferisco alla cronica mancanza di anestesisti-rianimatori». E sulla Città Bianca? «Sono favorevole all’ingresso del privato nella Sanità, però deve essere complementare al pubblico e non sostituirvisi».