Cronaca di Frosinone

Giovedì 17 Maggio 2001
Giornata caos al centro per l’impiego di Frosinone/C’è chi ha iniziato la fila la sera prima dormendo in macchina
Ressa per un lavoro che, forse, non c’è
In mille alla selezione per 21 barellieri. Forza Italia: «Ma l’Asl non può assumere»

di RAFFAELE CALCABRINA

Un giorno di ordinaria disperazione. Un altro. L'ennesimo trascorso dai disoccupati ciociari in fila davanti all'ufficio di collocamento, nella spasmodica attesa di un posto di lavoro. Ieri i centri per l'impiego della provincia erano incaricati di svolgere le selezioni, per conto dell'Asl di Frosinone, per l'assunzione, a tempo indeterminato, di sessanta barellieri (21 a Frosinone). Più di mille i senza lavoro ed i precari (alcuni con contratto a termine presso la stessa Asl) accalcatisi negli uffici del capoluogo. Ma tutto ciò rischia di essere inutile: l’assessore regionale Antonello Iannarilli accusa il manager Cavallotti di aver predisposto assunzioni illegittime, che non sarebbero comprese nella pianta organica dell’ente (vedi box).
C'è chi ha cominciato la fila la sera prima, intorno alle 22, dormendo in macchina, qualcun altro si è presentato a notte fonda, i più alle prime luci dell'alba. Non sono mancati i ritardatari, giunti in mattinata e ammessi lo stesso in fila visto che il termine di scadenza per aver diritto a mettersi in coda era fissato alle 12. In tanti sono venuti da fuori città: Alatri, Veroli, Arce, Ceccano. I disoccupati si sono organizzati da soli: è stata compilata una lista dei presenti, che poi, al momento dell'apertura degli uffici, è stata consegnata ai funzionari preposti alla selezione. A Frosinone erano due i punti scelti per la raccolta delle domande: il centro per l'impiego di piazza San Tommaso d'Aquino e la Provincia. In coda per ore, molti hanno perso la pazienza. Complice, anche i locali inadeguati, la situazione si è fatta caotica. Sono intervenuti i carabinieri, anche se non c'è stato alcun incidente di rilievo. Uomini, donne, mariti e mogli insieme, disoccupati di lunga data, lavoratori in mobilità, lavoratori socialmente utili, disabili: questo l'identikit di chi ieri ha fatto una fila di almeno cinque ore. All'appello non sono mancati disoccupati provenienti anche da fuori regione, alcuni giunti da Napoli. Più di qualcuno li guardava male. «Vengono a rubarci il lavoro», era la considerazione che facevano in tanti, a testimonianza di una sorta di guerra fra poveri. C'è chi urla, impreca, protesta, minaccia di chiamare la forza pubblica. «Magari!» gli fa eco un esasperato lavoratore del centro per l'impiego. Poi le solite, interminabili, discussioni sulla fila. I disabili vengono lasciati passare davanti. C’è chi protesta: «In tanti, che disabili non sono, si sono spacciati per invalidi, e ci hanno superato».
Erano tre le categorie ammesse alla selezione in piazza San Tommaso: disoccupati con figli a carico (quelli senza carico di famiglia venivano dirottati alla Provincia), portatori d'handicap e lavoratori di pubblica utilità. Ma la fila era unica. Di qui altre proteste. Intorno a mezzogiorno sono spuntati panini e acqua; chi poteva, una volta preso i moduli, è andato via: tanto il suo turno sarebbe arrivato dopo ore. Gli altri sono rimasti, chi sotto il sole, chi accalcato all'interno degli angusti locali. E senza neanche un bagno a disposizione. Alle 16 era già tutto finito. Le serrande abbassate e gli uffici deserti. In attesa della prossima selezione e della prossima ressa.