Ciociaria Oggi

Alatri

Venerdì 1° giugno 2001
Sottrasse 164 milioni: 2 anni e 4 mesi all'ex responsabile dell'Economato del San Benedetto
Condannato dirigente Asl

Assolto invece dallo stesso reato il dipendente Fabio Tagliaferri all'epoca dei fatti impiegato del settore Personale del nosocomio

ALATRI - Si è concluso con una condanna e un'assoluzione il processo a carico di due dipendenti della Asl, in servizio negli uffici dell'ospedale San Benedetto di Alatri, rinviati a giudizio dalla Procura della Repubblica di Frosinone con la gravissima accusa di peculato.
Ieri mattina, infatti, davanti al collegio giudicante del Tribunale di Frosinone, presidente Orfanelli, a latere Parisi, si è celebrata l'ultima udienza che vedeva sul banco degli imputati Angelo Zomparelli, responsabile del servizio economato fino al 1997, e Fabio Tagliaferri, impiegato nel settore Personale.
Sulla questione c'è da dire che le posizioni dei due, anche se finiti alla sbarra con la stessa accusa, erano del tutto differenti.
Zomparelli, secondo quanto emerso, nella sua posizione di responsabile del servizio economato si appropriò di 164 milioni di lire. Poi, però, contattò il dirigente amministrativo della AsI per riferire di alcune anomalie sui conti. Fu a quel punto che scattò una vera e propria ispezione, al termine della quale venne a galla che dalle casse dell'economato erano stati sottratti diversi milioni. Zomparelli, quindi, per ripianare quell'ammanco, restituì all'azienda i 164 milioni. L'uomo, finito sotto processo, rischiava otto anni di reclusione. I suoi legali, però, gli avvocati Pier Maria De Cesaris e Luigi Marchignoli, sono riusciti ad ottenere una pena decisamente più mite. I giudici, infatti, al termine della requisitoria del Pm, il dottor Vittorio Misiti, gli hanno inflitto 2 anni e 4 mesi.
Passando alla posizione di Fabio Tagliaferri, c'è invece da dire che per lui è finito un vero e proprio calvario, durato la bellezza di tre anni. Il suo incubo, infatti, si è dissolto nel nulla quando i giudici hanno deciso di mandarlo assolto.
Tagliaferri era finito nei guai perché dalla cassaforte dell'ufficio economato tra il 7 e il 9 aprile del 1998 sparirono 4 milioni e 500 mila lire. A farlo finire nei guai fu la testimonianza di una donna, un'addetta alle pulizie, la quale notò la presenza dell'uomo all'interno dell'economato il giorno precedente alla sparizione dei soldi.
I legali di Tagliaferri, gli avvocati Enrico Pavia e Patrizio Maggi, sono riusciti a smantellare il castello accusatorio, dimostrando l'assoluta estraneità ai fatti del loro assistito.