Cronaca di Frosinone

Sabato 30 Giugno 2001
Primo confronto pubblico tra il direttore generale e un sindacato (Fp-Cgil) sulle carenze della sanità frusinate
Cavallotti: «Ci giochiamo tutti il futuro dell’Asl»

PRIMO confronto pubblico tra il manager dell’Asl, Carmine Cavallotti, e un sindacato, la Cgil-Fp, alla seconda manifestazione (tema «Il rilancio della sanità pubblica ciociara: il ruolo degli operatori nella riforma per la tutela dei diritti di cittadinanza») dopo quella di gennaio 2000, gestione triennale del centrosinistra, con una ricerca dalla quale emerse tutta l’insoddisfazione (anche d’immagine dell’Azienda) del cittadino-utente verso le strutture pubbliche. Da allora cosa è cambiato? Per la Cgil-Fp è arrivato il peggio. A parte la scontata polemica con la giunta regionale di centrodestra che, come hanno sostenuto sia il segretario generale della Camera del Lavoro Mollica che quello della Fp Della Rosa con la sua relazione e molti intervenuti e nella conclusione Ponziani della Fp Lazio, vorrebbe distruggere il sistema pubblico, anche i sette mesi di gestione dell’Asl da parte di Cavallotti sono stati giudicati «sostanzialmente negativi per eccesso di decisionismo, pur in presenza di attenzione su alcuni temi caldi». È toccato perciò al dott. Cavallotti difendersi su due fronti: quello politico regionale e l’altro sulla conduzione dell’Asl. E si deve dire che si è difeso abbastanza bene in quanto gli è stato facile contrapporre le tante cose promesse e non realizzate dal centrosinistra nella precedente gestione triennale. Adesso la Fp-Cgil sfodera un rivendicazionismo che prima aveva mostrato solo in rarissime occasioni e in maniera molto flebile. «Perché avete aspettato me?», ha detto più volte il manager riferendosi alle molte carenze ereditate di cui ha citato, con le sue immagini spesso colorite ma molto allusive a persone e fatti, qualche esempio: accordo sottoscritto con i sindacati sui buoni mensa senza fondi in bilancio, Pianta organica appena abbozzata, due contratti del personale non completamente applicati (sui quali tutti i sindacati hanno lungamente dormito provocando notevoli danni economici ai dipendenti), rapporto con la «Città Bianca» oneroso per le esangui casse asline. «Non ho la bacchetta magica», ha affermato il dg sostenendo di «non voler fare processi al passato che non mi appartiene. Una cosa è certa: voglio restare in Ciociaria per impegnarmi al massimo nel miglioramento dell’assistenza per cui dovrò essere giudicato al termine dei 18 mesi. È comunque positivo il fatto che tutti dimostrino piena fiducia nell’Asl in quanto consapevoli che ci giochiamo tutti il suo futuro». L’invito all’unità d’intenti è venuto anche dal presidente della Provincia Scalia, il quale ha sostenuto che solo così si potrà superare il guado in cui si trova la sanità ciociara. Relazione ampia e condivisibile quella di Davide Della Rosa: soltanto che alle belle parole bisognerebbe far seguire sempre i fatti. Ciò che in passato non è avvenuto. E cercando di non farsi condizionare dal pregiudizio politico. Forse la Fp-Cgil adesso ci riuscirà, ma troverà il consenso dopo aver molto omesso in azioni? 

S. di N.