Ceccano

Sabato 4 agosto 2001
Fino ad otto persone in una stanza, un solo bagno per maschi e femmine, niente ascensore
E questo sarebbe un ospedale?

E lo chiamano ospedale. Ma ci faccia il piacere, ci faccia, avrebbe esclamato Totò. Il vecchio Santa Maria della Pietà non ne può proprio più. Strutturalmente non è più in grado di soddisfare alle esigenze sempre crescenti dei cittadini non solo di Ceccano ma di tutto il vasto comprensorio comprendente centri importanti come Castro dei Volsci, Vallecorsa, Amaseno (per tacere dei degenti che non trovano posto a Frosinone). E tutto ciò nonostante la grande professionalità ed il commovente spirito di abnegazione del personale medico ed infermieristico che fanno del proprio meglio in una condizione operativa oggettivamente indecente.
Le foto che pubblichiamo sono cento volte più eloquenti di altrettante parole ed evidenziano in maniera esemplare i malanni che, è proprio il caso di dire, affliggono il nosocomio fabraterno: sovraffollamento (in una sola stanza vivono fino a otto persone), promiscuità (nel reparto di medicina convivono gomito a gomito maschi e femmine), infrastrutture fatiscenti (sempre al reparto di medicina due soli, impraticabili bagni per decine e decine di pazienti), impianto elettrico non a norma (basta dare un'occhiata alle foto che pubblichiamo, grovigli di fili pericolosamente scoperti attraversano i muri come niente fosse), caldo asfissiante nelle corsie e quant'altro (a proposito ma è proprio necessario ingombrare le già anguste stanze con delle enormi bombole d'ossigeno?). Ancora: non esiste un ascensore e così le barelle sono costrette a uscire ed entrare con conseguenze a volte anche drammaticamente comiche come quel tizio passato a miglior vita che veniva trasportato in mezzo alla gente esterrefatta. E la cosa che più indigna (e siamo al cuore del problema) è che, incollato alla vecchia struttura, sta il nuovissimo ospedale ristrutturato, pronto e collaudato ormai da quattro mesi e che nessuno si decide ad aprire (e ciò nonostante le solite promesse più o meno elettorali).
«Questo è il vero scandalo tuona Pietro D'Annibale, consigliere comunale, in questo periodo ricoverato al S. M. della Pietà -. Nessuno dei nostri amministratori e dei caporioni dell'AsI sa, o forse vuole dire quand'è che ì reparti verranno finalmente trasferiti nella parte nuova del nosocomio. Così non si può andare avanti, i pazienti ne hanno le tasche piene di dormire in numero esagerato in una sola stanza, di servirsi di bagni pessimi, di tenere sopra la testa un Impianto elettrico non a norma. E poi qui dentro fa un caldo asfissiante e non è possibile che i bagni non siano divisi, uomini e donne: cisi rende conto che questo è uno sconcio bello e buono?"
Problemi, manco a dirlo, anche per il pur efficientissimo reparto di pronto soccorso. locali sono angusti, insufficienti a dispetto della sempre crescente domanda di interventi ((non dimentichiamo mai il bacino d'utenza che grava sulla cittadina fabraterna). Personale medico e paramedico non ne può più di lavorare in condizioni di disagio che chiunque può constatare di persona (meno evidentemente i nostri amministratori) - riprende il consigliere di "Città Nuova" battagliero anche in pigiama e ciabatte-. E la cosa più offensiva e scandalosa è che qui di fronte al vecchio ospedale, c'è la nuova struttura pronta da qualcosa come quattro mesi. Cosa si aspetta ad aprirla? Quand'è che verrà deciso il benedetto trasloco di tutte le suppellettili (letti prima di tutto) in quei locali definitivamente pronti. E' quello che chiedo e che chiederò nel corso del prossimo consiglio comunale (vediamo cosa avranno da dirmi il primo cittadino e l'assessore alla Sanità).
Di una cosa comunque l'amministrazione ceccanese e la Asl possono star certi - conclude incalzando Pietro D'Annibale -: se il trasferimento nel nuovo ospedale non verrà fatto entro l'autunno, i malati adotteranno forme di protesta clamorose subito nei prossimi giorni".