Cronaca di Frosinone

Martedì 28 Agosto 2001
Situazione sanitaria a Pontecorvo
Ospedale «Del Prete», necessita trovare una strategia di difesa

di UMBERTO PAPPALARDO

PONTECORVO - Il dibattito sulla sanità locale si avvia alla conclusione, anche alla luce della imminente approvazione del Piano sanitario aziendale. La ferma presa di posizione dell'on. Benito Savo sull'argomento ha accelerato la discussione.
Anche i sindacati sono sul piede di guerra per far accettare alcune modifiche, le quali potrebbero rendere meno "ostico" il Piano predisposto dal manager Cavallotti. A parte i tempi di attesa per la diagnostica, occorre concentrare l'attenzione sulle priorità assolute della sanità: far diventare autosufficienti le Ausl, finalizzando le risorse. Per operare questo cambiamento radicale, occorrerà partire dal basso, convocando la Conferenza locale per la sanità e costituendo un autorevole Comitato di rappresentanza. E' noto che se l'organo collegiale non esprimerà il parere, il processo di riorganizzazione della Sanità non potrà essere definito, arrecando danni ai cittadini.
In soldoni, il sindaco, Riccardo Roscia, dovrà al più presto contattare i sindaci dei comuni dell'Usl Fr-9 (Roccasecca, Colle S.Magno, Castrocielo, Aquino, Esperia, Pico e Pastena) per concordare una strategia comune in difesa del "Pasquale Del Prete". Il Club cittadino di FI si appresta a fare un convegno per far conoscere le sua "terapia" per arrestare il disastro della sanità provinciale. "Qualsiasi riorganizzazione aziendale -sostiene Marino Iannarelli, presidente del Club azzurro- trova le sue controindicazioni, allorché entra in palese conflitto con le problematiche socio-economiche, presenti sul territorio. Il dissolvimento in atto del "Pasquale Del Prete", senza indicare alternative compensative, costituisce un dissipamento ingiustificato del denaro pubblico.
La duplicazione dei reparti, favorita dalle lobby mediche, va combattuta, perché contraria agli interessi degli assistiti. Quando tale progetto collide con gli interessi di una intera città, la comunità è legittimata ad opporsi "anche fisicamente" alla realizzazione di una pianificazione i cui contorni operativi rimangono volutamente indefiniti. Se non si contrasteranno queste "spinte corporative", il ruolo di Cavallotti potrebbe anche essere dichiarato "esaurito" per impossibilità sopravvenuta, lasciando il ruolo alla politica".