Ceccano

Venerdì 14 settembre 2001
DI QUESTO PASSO IL RISCHIO E' QUELLO DI CHIUDERLO PIUTTOSTO CHE RIANIMARLO
Ospedale, continua l'emorragia di pazienti
Il mancato trasferimento, nell'ala rinnovata sconsiglia nuovi ricoveri

Ne abbiamo già parlato più volte ma senza che si sia mossa foglia. E noi ci torniamo perché mentre la scena politica domina incontrastata in questo momento, con colpi di scena più o meno importanti riguardo alla più grave spaccatura della storia negli ex comunisti, i cittadini ceccanesi si trovano ad affrontare un dramma importantissimo, che è quello della sanità. Gli amministratori, tutti presi nelle loro diatribe di partito più o meno risolvibili, si stanno facendo sfuggire di mano la situazione sanitaria dì Ceccano che, purtroppo, ogni giorno va peggiorando.
Attualmente, all'ospedale Santa Maria della Pietà, nel reparto di medicina, i posti letto per ricoveri sono ridotti a 26, dato emerso da un monitoraggio effettuato dal Tribunale dei diritti del malato, ed è innegabile far notare che questo risulta essere un numero piuttosto basso rispetto alle utenze che Ceccano si trova a recepire. L'utenza del Santa Maria della Pietà comprende tutti i paesi limitrofi: Amaseno, Arnara, Castro dei Volsci, Giuliano di Roma, Pofi, Vallecorsa, Villa Santo Stefano e ciò significa che ogni giorno le necessità ospedaliere di tutti questi paesi dovrebbero essere assorbite dal presidio ospedaliero di Frosinone. Chiunque riesce a comprendere che per un'emergenza che si segnali a circa 30 Km dal capoluogo provinciale, si dovrebbe poter interveníre il più presto possibile. Tenuto conto del fatto che la nuovissima struttura di Ceccano potrebbe essere sfruttata al cento per cento per qualsiasi tipo di reparto, non solo per medicina, perché non spingere in ogni direzione per potenziarla ad ogni livello? Le voci che ogni giorno sì sviluppano intorno alla sanità ceccanese, ma anche su tutta la sanità provinciale, non lasciano presagire nulla di positivo per Ceccano.

Maria Laura Lauretti