Cronaca di Frosinone

Domenica 9 Settembre 2001
Roccasecca/Dramma di un giovane malato
Il Tar ordina il ricovero, l’ospedale lo manda via
E nessuno cura Marco

di MASSIMO CECI

Il dramma di Marco non ha fine. E nemmeno quello dei suoi genitori. Le strutture sanitarie continuano a rifiutarlo: ad agosto Roccasecca, oggi Formia. Il giovane 27enne di Arce è oligofrenico cerebropatico dalla nascita, e quando ha le crisi scaraventa la mamma giù dall’autobus e spegne la macchina del padre in corsa. Quando ha le crisi viene portato in ospedale, ma dopo pochi giorni viene dimesso. Perché lo chiede lui. «Di più noi non possiamo fare. Colpa della legge che ha chiuso i manicomi», rispondono duri dalla Asl.
Ma un mese e mezzo fa il Tribunale amministrativo del Lazio ha detto basta. Dopo che la clinica di Roccasecca lo aveva dimesso perché «non rispettava i regolamenti della nostra struttura», i giudici hanno ordinato alla Asl di Frosinone di ricoverare Marco in una comunità terapeutica di tipo riabilitativo. Un ricovero non a base di psicofarmaci e sedativi, ma di psicologi, assistenti sociali e concrete possibilità di lavoro. Un ambiente dove Marco potesse essere davvero "curato", "ricostruito", e non solo "calmato" e reso innocuo. Una pronuncia che per la prima volta in Italia ha visto la magistratura sindacare una valutazione medica, ammettendo la possibilità di contrastarvi.
La Asl di Frosinone ha scelto Formia, ma anche da lì è stato dimesso pochi giorni fa. «Lo hanno lasciato andare solo perché ha chiesto di andare via», lamentano esterrefatti i genitori. «È come dire che se un criminale vuole uscire di galera, il direttore gli dice: prego, esci e uccidi - spiega l’avvocato che cura gli interessi dei genitori di Marco, Giorgio De Santis - . Come si può dimettere su sua richiesta un paziente che presenta malattie mentali di questa gravità e, per giunta, che è stato ricoverato su ordine dei magistrati? Al momento ritengo che la Asl non stia ottemperando all’ordine impartito dal giudice al direttore generale dell’azienda sanitaria. Per questo sto preparando un nuovo ricorso al Tar e sto pensando di presentare una denuncia penale nei confronti della Asl di Frosinone. Piuttosto, il problema è un altro: Marco stesso ha chiesto di essere ricoverato in una comunità riabilitativa, così come prescrive la legge. Ma da noi non c’è. Anche Formia è inadeguata ad un recupero non solo sanitario ma anche e soprattutto sociale ed affettivo. La mia azione legale andrà avanti all’infinito finché Marco non otterrà il ricovero in una struttura adeguata, al momento esistente solo in Lombardia e in Veneto. Non bisogna infatti dimenticare che le norme impongono alle Asl di realizzare strutture di questo tipo per i malati di mente, e che se non ci riescono la responsabilità è tutta loro e non certo dei privati cittadini».