Cronaca di Frosinone

Martedì 4 settembre 2001
ASL Il manager Cavallotti consegna oggi ai sindacati Piano sanitario e Organico definitivi
Fsi: «Le nostre proposte vanno accolte»
Gli autonomi fanno una serie di rilievi e chiedono di risolvere vecchie carenze

«NON diciamo un "no" a priori, vogliamo però che siano accolte dal direttore generale dell’Asl tutte le nostre proposte». Così Gennaro Scialò, segretario provinciale della Federazione sindacati indipendenti (nove associazioni sindacali recentemente confederatesi che, è stato detto, rappresentano nell’Asl il 50% degli iscritti ai sindacati), il quale ieri pomeriggio, nella sede dell’Ugl, ha tenuto una conferenza-stampa per illustrare le proprie posizioni sul Piano sanitario locale, sulla dotazione organica e su tante altre questioni sanitarie insieme ai segretari provinciali e ai dirigenti dell’Ugl Rosa Roccatani, Biancamaria Evangelisti (Sunas), Natalina Spiriti (Sunas-Rsu), Silvio Spiridigliozzi (Savis), Giulio Mastromattei (Faress), Carmine Tiberia (Fapas) e al segretario provinciale dell’Unsiau Fulvio Diana.
Quali sono state le parole d’ordine messe a base di tutta la politica sindacale prospettata dalle nove associazioni (cui va aggiunta anche la decima, l’Unsiau, che non è federata con la Fsi ma concorda in questo frangente, anche se Diana ha sostenuto che andrà per la propria strada, specialmente per quanto riguarda il rispetto della legge 241 e su tante altre questioni)? Le ha riassunte Rosa Roccatani: «Chiediamo trasparenza, rispetto delle regole, informazione, chiarezza e cambiamenti, anche se ci rendiamo conto delle difficoltà incontrate dal manager a causa della pesante eredità del più o meno recente passato». Dunque questi dieci sindacati attendono oggi di verificare se il dott. Cavallotti ha recepito le loro proposte. Un’attesa in fondo generale nell’ambiente dell’Asl cui si associa una certa preoccupazione nel senso che c’è il pericolo che, come si dice?, venga buttato il bambino insieme all’acqua sporca. Fuor di metafora: che per avere un Piano sanitario e un organico al meglio non si ottenga niente di niente e così la provincia dimostrerà, ancora una volta, di non sapersi autogovernare, in un settore così importante come la Sanità. Perciò ci vorrebbero da parte di tutti tanta buona volontà e collaborazione. Insomma, dei punti di incontro e non di scontri. Orbene, la critica della Fsi ai documenti di programmazione sanitaria e del personale è stata molto netta. E la Federazione dei sindacati autonomi ha ripetuto concetti già noti: assenza di piano strategico, di indagini epidemiologiche, di atto aziendale, di obiettivi a medio e lungo periodo sulle esigenze di salute della popolazione e del collegio di direzione, «istituito successivamente alla divulgazione degli elaborati». Un Piano sanitario di «difficile comprensione» dunque per il quale gli autonomi hanno proposto modifiche e integrazioni sull’ufficio centrale infermieristico, sull’emergenza, sui servizi socio-sanitari, sulle diverse aree dipartimentali, sui poli ospedalieri, sui servizi del territorio e amministrativi e sulla formazione. Analogo giudizio negativo sull’organico, in merito al quale è stata soprattutto espressa preoccupazione sulla insufficienza di personale in alcune strutture e sui dipendenti dei servizi che dovrebbero essere appaltati all’esterno.