Cronaca di Frosinone

Domenica 14 Ottobre 2001

È un momento «topico» per la sanità ...

di LUCA SERGIO

È un momento «topico» per la sanità della provincia: se in poco tempo, tre-cinque anni (ed è già troppo per come certi fattori vanno evolvendosi), non si realizzeranno strutture essenziali come i nuovi ospedali di Frosinone e Cassino, non si attuerà l’«architettura» tecnico-gestionale dell’Asl e non si approverà in qualche mese la Pianta organica da parte della Regione, saranno tempi molto duri.
C’è già chi vaticina la fine dell’assistenza pubblica intravedendo in Tor Vergata un polo qualificato di attrazione per molti malati. Per scongiurare la deriva in un sistema da terzo mondo è necessaria, subito, un’operante unità d’intenti tra politici, amministratori e forze sociali affinché il tramonto sia scongiurato. Gli amministratori, soprattutto, ma anche i politici e i sindacati hanno sulle spalle una responsabilità tale che non ammette distrazioni, speculazioni, sottovalutazioni, vecchi e sterili campanilismi che danno la sconsolante dimostrazione di come alcuni di questi vivano in un mondo che non esiste più. Per diversi motivi. Sono i soliti noti che si incaponiscono in «battaglie» di retroguardia nella difesa di strutture, alcune anche a poca distanza l’una dall’altra e quindi anti-economiche (soprattutto oggi che le risorse sono scarse), superate sia dal punto di vista dell’accoglienza che, soprattutto, dell’evoluzione tecnologica delle attrezzature e della specializzazione degli operatori. Mentre loro ritengono di sposare cause popolari (certo, non ci vuole alcuno sforzo a mobilitare ragazzi che preferiscono la passeggiata al sole piuttosto che seguire le lezioni), i cittadini vanno fuori provincia per trovarsi le strutture adeguate e affidabili. Pagando anche.
Ricordiamoci del «caso» Veroli: l’allora cosiddetto ceto dirigente (c’era pure gente laureata nel comitato «popolare») faceva marce di protesta per mantenere in vita un ospedale decrepito e pericoloso in quanto privo delle più elementari norme di sicurezza (sul letto operatorio si poteva rimanere fulminati) e sapete come si comportavano i verolani? Si ricoveravano a Frosinone o altrove. A Veroli soggiornava, periodicamente, qualche vecchietto malato cronico. Basta rileggere i giornali dell’epoca: ospedale aperto per un degente, al massimo quattro. Chi vuole che la sanità pubblica in provincia faccia questa fine abbia almeno il coraggio di dirlo.