Cronaca di Frosinone

Sabato 24 Novembre 2001
NELL’URNA
Pubblico impiego al voto, vincono i confederali
Cigil, Cisl e Uil passano complessivamente dal 68 al 73%. Battuti Cobas e Ugl

di FABRIZIO VENTURINI

Hanno vinto ancora i confederali alle elezioni delle Rappresentanze sindacali unitarie (rsu) dei 220.000 lavoratori del Pubblico impiego in servizio in sedi romane. Con un risultato netto - insieme sono cresciuti dal 68% al 73% - hanno respinto l’attacco mosso loro a tenaglia da Cobas (autonomi dell’ultrasinistra) e da una destra (Ugl) con ambizioni aumentate da una miglior organizzazione e da un più favorevole quadro politico locale. Rispetto al voto romano e laziale del 1998 quello scrutinato ieri ha riproposto alcune costanti.
Ad esempio, una partecipazione al voto forte e anche superiore ad allora, il successo dei confederali e al loro interno quello della Cisl. Nell’alleanza confederale però la Cgil ha recuperato (rispetto a tre anni fa) lo scarto che le impose il sindacato vincente, specie a Roma, dove la Cisl secondo un 80% dei voti scrutinati passa dal 24,7% al 28% mentre la Cgil dal 21,8% al 26,5%. A livello regionale, invece, il 75% delle schede vagliate assegna al sindacato cattolico il 28,2% (aveva il 26,4%) ed equilibri con la Cgil (dal 25,3% al 27,7%) simili a quelli fissati nel ’98.
Il testa a testa è commentato così ai vertici dei due sindacati: «Siamo contenti - dice la segretaria regionale della Cisl Stefania Vannucci - perchè abbiamo vinto le elezioni con una linea di autonomia dai partiti, per il successo confederale, per la forte partecipazione al voto».
La partecipazione (secondo dati parziali) a Roma sarebbe cresciuta dal 70% al 72% e nel Lazio dal 72% al 76%. «Sono però dati oscillanti - dice battagliero Gianni Nigro, segretario generale romano e laziale della Cgil Funzione Pubblica - che dovrebbero suggerire alla Cisl più cautela. Anche noi siamo felici del successo confederale. Come Cgil poi abbiamo ridotto e forse colmato e superato il distacco dalla Cisl».
La democrazia sindacale con le sue regole, i suoi strumenti, i suoi compromessi, i suoi valori e i suoi riti non è dunque venuta a noia dei lavoratori. Questa, la sentenza più netta che emerge dagli scrutini delle schede dei dipendenti di atenei ed enti di ricerca, ministeri e ospedali, di enti locali (Regione, Provincia, Comune) e pubbliche amministrazioni: dai Vigili del Fuoco alla Corte dei Conti. Quasi ovunque sono state superate le percentuali di afflusso alle urne di tre anni fa. «Le Rsu si confermano - dice Vannucci citando le vittorie Cisl al Comune, alla Regione Lazio, all’ateneo di Tor Vergata, al Forlanini, tra i Vigili del fuoco, alla Corte dei Conti - uno strumento valido di democrazia sindacale».
Replica la Cgil precisando che alla Provincia la Cgil ha il 33%, contro il 20% della Cisl e il 15,29 della Uil, mentre al Comune (il maggior ente locale in Italia) passa dal 21,8% al 26% recuperando 5 punti. Anche la Uil festeggia enfatizzando i suoi successi (331 voti su 814 alla Pubblica istruzione e il 53% al ministero del Lavoro, il 40% ai Beni Culturali e il secondo posto alla Regione dopo la Cisl scavalcando Cgil e Ugl). Con Stefania Polverini la Ugl festeggia invece il 13,81 (un terzo posto dopo Cisl e Cisal al comparto della Presidenza del Consiglio).