Cronaca di Frosinone

Venerdì 14 Dicembre 2001
PONTECORVO A causa di divergenze di vedute tra un tecnico incaricato e la ditta vincitrice dell’appalto
Bloccati i lavori per l’installazione della Tac
L’azienda non avrebbe accettato i suggerimenti per applicare tutte le regole di salvaguardia

di UMBERTO PAPPALARDO

PONTECORVO - La telenovela continua. I lavori per installare una tomografia assiale computerizzata (Tac) sono stati bloccati per diversità di vedute tra un tecnico, che esige l'applicazione di tutte le regole di salvaguardia e l'impresa, che deve eseguire i lavori. Nell'approntare i locali, in cui dovrà essere ospitato il macchinario, l'impresa appaltatrice appare restia a mettere in atto tutti gli accorgimenti suggeriti dall'esperto, il quale opera per impedire che le radiazioni possano contaminare i terzi, allorché sarà funzionante la Tac. L'imprenditore insiste nel sostenere che il capitolato d'appalto è preciso e che quindi bisogna attenersi alle clausole precedentemente contenute contratto. L'esperto insiste nel ribadire l'applicazione delle norme di salvaguardia, sia per i malati che per gli operatori sanitari. Questa diatriba avrebbe un significato, se il finanziamento fosse limitato, ma, da indiscrezioni, si è appreso che i fondi sono sufficienti per predisporre tutti gli accorgimenti necessari anche per ospitare, in futuro, un altro macchinario più sofisticato. In effetti, gli addetti ai lavori hanno concordato con il tecnico che è opportuno dotare l'ambiente dei punti luce per predisporre la presa dell'ossigeno. Infatti, è impensabile che si possa impiantare una Tac, spiegano i tecnici, senza prevedere i luoghi ove poter riporre il gas medicale. Inoltre, è necessario l'eliminazione tutte le zone che potrebbero emanare radiazioni ionizzanti. Sta di fatto che queste diversità di opinioni hanno indotto l'imprenditore a sospendere i lavori in attesa di più precise disposizioni. I cittadini però contestano questa procedura, perché allontana nel tempo il momento in cui potrebbero usufruire della Tac, che oramai è indispensabile per formulare qualsiasi diagnosi. Gli operatoti dell'Unità operativa di radiodiagnostica per immagini non possono fare le mammografie perché il macchinario è desueto, anzi inservibile. Ma nessuno si preoccupa di dotare il reparto di un altro macchinario. Il Centro per i «Diritti del cittadino» ha scritto più volte al manager provinciale Cavallotti per sottolineare questa lacuna, ma finora non ha sortito alcun effetto. «Saremo costretti - spiega la referente del sodalizio civico - a controllare i guasti che provoca la mancanza del mammografo. È giunto il momento di segnalare alla magistratura l’interruzione del pubblico servizio».