Cronaca di Frosinone

Sabato 12 Gennaio 2002
Anagni/Richiesta di rinvio a giudizio dopo un’operazione alla colecisti
Lesioni, due medici nei guai

Ancora un presunto caso di malasanità in provincia di Frosinone. Sotto accusa i medici dell’ospedale di Anagni. È la storia di Paola P., 50 anni, casalinga della città dei Papi, che dopo una banale operazione alla colecisti è tornata a casa con una cannula di 15 centimetri inserita nell’addome. Una "sorpresina" che ha costretto la donna a subire una seconda operazione e che ha fatto finire sotto inchiesta quattro medici. Un’inchiesta durata due anni e che si è conclusa ieri con due richieste di rinvio a giudizio da parte del Pubblico Ministero Vittorio Misiti.
L’odissea di Paola P. ha inizio a febbraio del 2000, quando viene sottoposta ad intervento chirurgico presso l’ospedale di Anagni per calcoli alla colecisti. Tornata a casa, la donna comincia subito ad accusare forti dolori all’addome e così torna a sottoporsi ad una nuova visita ospedaliera. I medici la tranquillizzano, per loro è colpa del cibo o di un’aranciata di troppo. Paola P. torna per la seconda volta a casa, ma le fitte all’addome si fanno sempre più forti. Va di nuovo in ospedale, e anche questa volta i medici gettano acqua sul fuoco: è colpa delle aderenze, che come sono venute se ne andranno. Ma i dolori diventano sempre più lancinanti, da togliere il fiato. La donna, terrorizzata, lascia l’ospedale di Anagni e si sottopone ad un’ecografia a Ferentino. Che rivela un fatto sorprendente: nell’addome è conficcato un corpo estraneo. La Tac chiarisce ogni dubbio: si tratta di una cannula di 15 centimetri usata durante l’intervento per il drenaggio, evidentemente dimenticata dai medici. Per Paola P. una nuova operazione, questa volta al San Camillo di Roma, per l’asportazione della cannula, per i medici di Anagni una denuncia per lesioni. Dopo due anni di indagini, una perizia medico legale inchioda il chirurgo Gino Capperucci e l’aiuto Raffaele Palmieri: per loro chiesto il rinvio a giudizio per lesioni colpose aggravate. Prosciolti, invece, Francesco Coliera (difeso da Romano e Filippo Misserville) e Maurizio Amati (difeso da Mario Di Sora).

Ma. Ce.