Cronaca di Frosinone

Mercoledì 6 Marzo 2002
La realizzazione dell’opera interamente a carico dell’associazione di volontariato ”Carlo Donfrancesco”
Oncologia, il calvario sta per finire
Presto i lavori di ampliamento del day hospital nell’ospedale di Frosinone

Il dramma di centinaia di pazienti è lì, in quel corridoio angusto, dove ogni giorno fanno la fila prima di essere sottoposti a chemioterapia. Il dramma di pazienti sfortunati, ma per i quali la sensibilità dell’Azienda Sanitaria ha finora avuto scarsa attenzione. Ma grazie all’opera del volontariato, per i day hospital di oncologia ed ematologia dell’ospedale di Frosinone, questa desolante situazione sta per terminare. L’associazione “Carlo Donfrancesco", guidata dal dottor Enrico Donfrancesco, si è impegnata con la direzione della Asl a raccogliere fondi da destinare all’ampliamento dei due reparti dell’ospedale di Frosinone. A cosa è dovuto questo impegno? «La nostra associazione, operativa nell’area di Frosinone, si occupa, dal ’96, soprattutto dell’assistenza e lo sviluppo sanitario di due branche della medicina: oncologia ed ematologia - spiega il dottor Donfrancesco -. In passato siamo riusciti ad allestire un day-hospital di ematologia, adesso ci siamo impegnati per migliorare le condizioni di due reparti dell’ospedale». Quanto costerà ampliare i due reparti? «Il progetto costerà all’incirca un miliardo di lire e consiste essenzialmente nella chiusura di un terrazzo di circa 400 metri quadrati, adiacente gli attuali day hospital - spiega l’ingegnere responsabile del progetto, Giuseppe Clemente -. L’associazione, grazie al ricavato delle attività organizzate (concerti, manifestazioni artistiche, spettacoli) si farà carico dell’intera cifra anche se un 10-12% sarà a carico della Asl. Per avviare i lavori, infatti, è dapprima necessario demolire un piccolo muro e tale intervento spetta all’Asl. Questo, infatti, è l’unico modo per realizzare l’ampliamento senza complicazioni normative». Quando inizieranno i lavori? «Noi siamo quasi pronti - risponde l’ingegner Clemente - ma ci sono dei problemi burocratici da risolvere come l’espletamento della gara d’appalto per la demolizione di quel muretto. Ma sono fiducioso e penso che per l’estate si possa iniziare. Per la realizzazione completa pensiamo di farcela in 8-9 mesi».
E l’Asl? Perché non accelera i tempi?
«So che la questione la sta trattando direttamente il direttore generale» precisa il direttore sanitario Carlo Mirabella.«Sì - conferma il manager, Carmine Cavallotti - ho particolarmente a cuore questi lavori e ho dato disposizioni all’ing. Capobianco di accelelare le procedure per la demolizione di quel muretto che oggi ostacola l’avvio dei lavori. Capisco i disagi dei pazienti e dei nostri sanitari: avrò, per loro, la massima attenzione».
Già, perché oggi l’ampliamento del day hospital oncologico è una delle priorità dell'Azienda Sanitaria. Una priorità imposta dalle statistiche che confermano come sia costantemente in crescita la fiducia degli utenti verso questa struttura nata appena due anni fa. Bastano i dati del 2001 per averne un'idea: nei primi sei mesi sono state sottoposte a prima visita 200 persone, a fine anno sarà raggiunto il tetto delle 500 unità. Nell'arco dei 12 mesi, inoltre, sono state garantite più di 3.500 chemioterapie. «Indubbiamente abbiamo registrato un costante aumento di pazienti - conferma la responsabile del servizio, dottoressa Teresa Gamucci, oncologa - Le patologie più frequenti? Sicuramente tumori al polmone, al colon-retto e alla mammella». Purtroppo il vero dramma sono gli spazi. E oggi il calvario dei pazienti affetti da queste patologie è lì, in quel corridoio dell'ospedale di Frosinone, dove non c'è spazio per chi è in attesa (diverse decine di persone al giorno); non c'è spazio per chi soffre; non c'è spazio per gli stessi medici che hanno il delicato compito (spesso anche psicologico) di affrontare drammi umani in un continuo via-vai di persone dirette verso i laboratori analisi o verso la sala-raggi. Difficoltà che oggi i pazienti riescono a sopportare solo grazie alla generosità e alla disponibilità del personale (a cominciare dalle dottoresse Gamucci, Ferraresi e Gilberti, per finire alle infermiere).