Cronaca di Frosinone

Mercoledì 20 Marzo 2002
La sostanza radioattiva, classificata “sicuramente cancerogena”, è liberata dai materiali da costruzione
Gas velenoso: allarme in Ciociaria
Frosinone tra le province italiane dov’è maggiore la concentrazione di radon

di ANTONIO MARIOZZI

Allarme radon in Ciociaria. A lanciarlo è il presidente della Fondazione Ecowall Italia e della Eco-School (la federazione per la salvaguardia ambientale nelle scuole, negli ambienti di lavoro e nelle abitazioni private), Claudio Fasano. L'Ecowall ha avviato una campagna di sensibilizzazione e si sta battendo per far conoscere la pericolosità del gas radioattivo. Il Lazio, secondo uno studio della Fondazione, è tra le regioni a più alto rischio- radon, che l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha inserito nel gruppo delle sostanze "sicuramente cancerogene". E la provincia di Frosinone, sostiene Fasano, è nel Lazio tra quelle più minacciate dal radon, proveniente dal terreno e dai materiali da costruzione, che si diffonde nell'aria di abitazioni, scuole ed edifici atomi radioattivi. «In diversi casi - spiega Fasano - abbiamo preso in esame la Ciociaria ed è emerso uno stato di pericolosità in linea con i dati a più alta incidenza a livello nazionale. Voglio ricordare che il radon può provocare leucemie e tumori. Tra i 30 mila casi l'anno di cancro al polmone in Italia - spiega il presidente della Ecowall Italia- il 15 per cento è attribuito al radon, che è considerato più pericoloso dell'elettrosmog e ritenuto la seconda causa di tumore dopo il fumo di sigaretta». L'Ecowall stima che ogni anno in Italia questo "nemico invisibile" provoca tra i 1600 e i 6400 casi di tumori. «Il Frusinate- dice ancora Fasano- è una zona soggetta in gran parte al radon e si dovrebbero adottare sistemi di costruzione ecologici per ridurre le immissioni del gas radioattivo e tutelare i cittadini». I maggiori rischi si incontrano nei centri storici. «Bisogna sensibilizzare di più gli enti locali per evitare di costruire in futuro edifici con materiali inquinanti. Anche in Ciociaria- suggerisce Fasano- è necessario avviare una campagna di monitoraggio sulla presenza del radon nelle abitazioni, nelle scuole e nei luoghi di lavoro». La soglia di pericolosità scatta quando si superano i 500 bequerel (unità di misura) per metro cubo d'aria. Secondo le stime ufficiali, nelle aule di una scuola costruita a piano terra o seminterrato la concentrazione di radon varia da 300 a 1300 bequerel.
«Il pericolo -spiega ancora - incombe già sui 500 bequerel e questo non vale solo per le scuole. In Italia, oltre agli edifici scolastici, molti stabili condominali o fabbriche superano i 1000 bequerel. Tutte le strutture costruite fino agli anni '80 sono interessate alla presenza di gas radon nei piani terra e seminterrati e riguardano migliaia di scuole nell'intera Penisola». Il numero uno della Ecowall punta a realizzare una "geografia del rischio". «Se le istituzioni non si attiveranno - dice - non risolveremo mai il problema. Aziende ed enti avviino un monitoraggio sulla possibile presenza di gas radon per arrivare al più presto alla bonifica dei siti». Eliminare il radon in un appartamento di 100 metri quadrati costa tra i 2,5 e i 4 milioni. Gli interventi consistono nel convogliare, attraverso flussi d'aria, il radon dal sottosuolo fino oltre il tetto. «In questo modo - conclude Fasano - i valori si attestano sotto la soglia di pericolosità. Ma nel Lazio sono ancora pochissimi i progetti di bonifica e occorre voltare pagina».