di SIMONA DI RIENZO

Lotta all'aedes albopictus nella provincia di Frosinone. Ossia alla zanzara tigre, l'insetto che negli ultimi anni ha creato numerosi problemi in tutta Italia, proveniente dall'Asia, la sua zona di origine. Ed allora dalle 22.30 di ieri alle 6 di questa mattina, il comune di Alatri in occasione degli interventi di disinfestazione e derattizzazione nell'attuale periodo stagionale, ha deciso di prestare particolare attenzione proprio alla zanzara tigre.
«Circa un mese fa abbiamo inviato ai sindaci dei comuni delle ex Usl Fr 4-5-6 (Frosinone, Ceccano, Ceprano, ndr) una proposta di ordinanza in merito», spiega il dottor Patrizio Pasqualitto dell'Ufficio Igiene Pubblica dell'Asl frusinate. Sono state avvisate, dunque, le amministrazioni di almeno metà della provincia. «La zanzara tigre ha fatto la sua apparizione in Ciociaria, per la prima volta, quasi 5 anni fa a Ceccano, vicino al fiume Sacco ed in una fabbrica di copertoni ormai inutilizzati, dove c'era dell'acqua stagnante - continua Pasqualitto - e tutto lascia supporre che in quei posti e nelle altre zone della provincia dove ci sono fiumi, possa essere ancora presente perché questo insetto deposita le uova proprio nell'acqua».
Ma quale differenza c'è fra la comune zanzara e quella tigre? «Come dimensioni sono simili, ma la seconda punge anche di giorno - aggiunge Pasqualitto - in Italia dopo la puntura una persona avverte dolore e gonfiore, a cui si rimedia con antidolorifici, acqua fredda ed impacchi ghiacciati. In altre zone del mondo, invece, la zanzara tigre può trasmettere malattie tropicali come dengue, filariosi e leishmaniosi».
Quali i rimedi? «Gli interventi di disinfestazione e alcuni accorgimenti: evitare la formazione di acqua stagnante, avere le grondaie con la pendenza regolare, coprire i contenitori inamovibili quali vasche, bidoni, fusti, mettere nelle fontane pesci rossi o gambusie (altro tipo di pesce, ndr). La presenza della zanzara tigre, infatti, è aumentata», conclude Pasqualitto.