Cronaca di Frosinone

Sabato 4 Maggio 2002
SOS FEGATO A FROSINONE
Allarme epatite C: malato un ciociaro su venti

di EMILIANO PAPILLO

Venticinquemila: tanti sono i cittadini della provincia di Frosinone affetti da Epatite C. Un numero allarmante se si considera che in termini percentuali equivale al 5% della popolazione e ancor più preoccupante se rapportato alla media nazionale che si attesta sul 2,3%. Altrettanto grave la situazione in Campania, zona endemica di questa patologia, dove i malati raggiungono addirittura il 7% della popolazione. Il grido di allarme per il diffondersi di questa grave malattia del fegato è stato lanciato nel corso del convegno "Epatite cronica da virus C: novità diagnostiche e terapeutiche" svoltosi ieri a Frosinone, coordinato da Marino Di Cicco ed Angela Isa Gallo, rispettivamente direttore dell’unità di gastroenterologia e primario della divisione malattie infettive dell’Ospedale di Frosinone, e presieduto dal professor Mario Rizzetto, uno dei maggiori esperti nella cura dell’epatite C. Il dottor Cecconi di Intermedia dichiara che «fino a dieci anni fa la malattia si trasmetteva solo attraverso le trasfusioni di sangue, oggi invece oltre allo scambio di siringhe infette, molto rischiosi sono i tatuaggi». Negli ultimi anni sono state messe a punto diverse strategie di cura ma tutte comportano tempi lunghi e l’assunzione di farmaci a base di interferone. «Le novità più importanti per i malati-spiega il dottor Di Cicco-rigurdano l’assunzione del medicinale. Grazie ad una nuova molecola, il Peg-interferone, il farmaco può essere somministrato una sola volta alla settimana, tarandolo in base al peso corporeo del paziente e riducendo così notevolmente gli eventuali effetti collaterali».