Cronaca di Frosinone

Sabato 1 Giugno 2002
Ama, altri sindacalisti promossi
In graduatoria 10 esponenti delle Rsu fra i primi 17

di PIETRO PIOVANI

Ancora una volta all’Ama i sindacalisti dimostrano di essere i più bravi nei concorsi. Ecco una nuova selezione interna, questa volta per sedici posti da capo operaio autista, quinto livello. I concorrenti alla prova scritta (test a risposta multipla) sono 314. I primi 25 classificati hanno diritto a partecipare alla seconda fase della selezione. Graduatoria al termine della prova scritta: nelle prime venticinque posizioni ci sono undici sindacalisti. E quasi tutti sono ai primissimi posti: dieci sono fra i primi diciassette classificati. Fra gli undici la parte del leone la fa la Cisl, che può vantare ben sei dei suoi in classifica. Gli altri sono Cgil (due), Uil (uno), Cisal (uno) e Ugl (uno). I 25 selezionati dovranno sostenere un lungo corso di formazione, al termine del quale una commissione dovrà esprimere la valutazione finale.
Per sindacalista, sia chiaro, non si intende semplicemente chi è iscritto a una sigla sindacale (all’Ama l’80 per cento dei dipendenti ha una tessera in tasca). Per sindacalista qui s’intende un rappresentante eletto nelle Rsu oppure uno che non è stato eletto ma che alle elezioni era candidato in testa di lista. Fra gli undici ben piazzati c’è persino chi gode del “distacco sindacale". Cioè dipendenti che sono esonerati dal lavoro per dedicarsi a tempo pieno al sindacato.
A difesa dell’azienda, va sottolineato che l’Ama è una società per azioni e in quanto tale non deve rispettare le regole delle amministrazioni pubbliche: può promuovere tutti i dipendenti che vuole, anche senza concorsi e graduatorie.
Ma gli interrogativi restano: come è possibile che all’Ama i sindacalisti siano così preparati? Ed è giusto che nei ruoli direttivi (un caposquadra o un capo-autista comandano gruppi di venti-trenta persone) ci sia una presenza così alta di rappresentanti sindacali? Le stesse domande sollevate appena un mese fa dalla Cgil nazionale, che con una lettera alla magistratura segnalò l’anomalia di un altro concorso dell’Ama: 55 posti da caposquadra disponibili, mille candidati, 29 sindacalisti fra i promossi).
Interpellata da “Il Messaggero", l’Ama risponde: «La selezione è stata affidata a una società esterna, che non ci ha segnalato alcuna irregolarità. Tutto si è svolto nella massima trasparenza, non ci sono stati ricorsi». L’Ama se la prende poi con chi ha lasciato che la graduatoria trapelasse all’esterno dell’azienda: «Siamo stanchi di queste insinuazioni, se qualcuno ha sospetti lo invitiamo a farsi avanti e a rivolgersi alle autorità competenti. Di fronte a queste iniziative anonime stiamo valutando la possibilità di azioni legali per tutelare l’immagine dell’azienda».
La società privata che ha curato la selezione per conto dell’Ama si chiama Mercuri-Urval. E’ una delle multinazionali più titolate nel settore, con sedi in tutto il mondo. L’ufficio di Roma è diretto da Claudio Panella, che fino a qualche tempo fa era un dirigente della Cgil (nella Federazione dei trasporti prima e poi nella Funzione pubblica). Panella rivendica la trasparenza delle procedure osservate: «I questionari con le risposte vengono consegnati in buste anonime, soltanto dopo la correzione vengono associati al candidato». Magari qualcuno ha avuto le domande in anticipo, no? «Impossibile. Abbiamo preparato tre diversi fascicoli ciascuno con 150 domande diverse, prima della prova ne è stato sorteggiato uno. Bisognava impararsi a memoria 450 risposte!» Quanto alla successiva selezione (che per il primo concorso si è già svolta, per il secondo ancora no) Panella spiega: «I candidati seguono alcune ore di formazione. Al termine di ogni giornata i candidati devono scrivere un elaborato. Per il concorso dei caposquadra abbiamo corretto 2.178 elaborati scritti dai candidati di proprio pugno. Chiunque può rileggerli e giudicare se la valutazione finale sia stata giusta o no».