Cronaca di Frosinone

10 luglio 2002
La Uil boccia la linea della Cgil

«Patto per l’Italia»: la Uil esprime soddisfazione e boccia la Cgil. Per il segretario provinciale dei pensionati Bruno Comegna ancora una volta Uil e Cisl hanno fatto fino in fondo il loro dovere che era quello di negoziare le soluzioni migliori per i lavoratori e i pensionati. «È certo che la scelta di altre confederazioni – spiega Comegna – se fosse stata seguita da tutti, avrebbe portato il Governo e la sua maggioranza ad avere le mani libere e in quel caso, sì che avremmo parlato di diritti e di tutele eliminate». Per Comegna l’intesa è un punto di equilibrio positivo che rilancia la scelta della concertazione e della politica dei redditi, «con buona pace di quanti nel sindacato, nel Governo e nelle imprese volevano cancellarla. L’accordo sconfigge anche le attese di coloro che speravano attraverso le modifiche dell’articolo 18 dello Statuto di cambiare i rapporti di forza dentro le imprese a danno dei lavoratori e del sindacato. L’accordo sconfigge la politica demagogica dimostrando che anche con un Governo di destra è possibile definire intese che salvaguardino i diritti dei lavoratori, riducano le tasse per i cittadini più deboli, estendano e rafforzino le tutele». In realtà proprio con questo governo di destra, come lo definisce il sindacalista della Uil, si è riusciti a salvaguardare diritti dei lavoratori a differenza invece di quanto fatto da precedenti governi di sinistra, basta vedere l’introduzione di tutte o quasi le forme di flessibilità in entrata nel mercato del lavoro. A Comegna va comunque il merito di riconoscere come certi risultati per il movimento dei lavoratori siano stati possibili proprio con un governo di destra. Comegna infine lancia altre bordate ai cugini della Cgil. «È lontana da noi la convinzione che l’accordo siglato sia destinato a cambiare in profondità il nostro stato sociale, ma nemmeno è un attentato ai diritti dei lavoratori come sostiene con toni sempre più isterici altra confederazione. È un’intesa che non toglie nessun diritto ai lavoratori, introduce una consistente riduzione delle tasse per i redditi fino a 50 milioni di vecchie lire, introduce nuovi meccanismi di sostegno al reddito per chi perde il lavoro e impegna il governo a non ridurre la spesa sociale per il prossimo anno».

V.M.