Cronaca di Frosinone

8 agosto 2002
IERI, su questa pagina, una storia di usuale «malasanità»

Oggi un evento che, per fortuna, ci riconcilia con il nostro traballante sistema sanitario. Soprattutto con la vita.
Ci scrive Anna, madre di un ragazzo di 18 anni, che sino al 18 maggio scorso è stato costretto a vivere attaccato ad una macchina per la dialisi. «Da quel giorno - scrive appunto Anna - la vita è cambiata: grazie ad un trapianto di rene mio figlio ha riavuto la vita. Tutto ciò è stato possibile, grazie al gesto di una madre, a me sconosciuta, che ha donato gli organi del figlio perso tragicamente in un incidente stradale. Come madre - continua Anna - avendo sofferto per tanti anni, mi immedesimo in questa donna coraggiosa afflitta dal dolore ed il mio pensiero e profondo ringraziamento andranno sempre a lei. Il destino le è stato purtroppo avverso, ma il suo amore di mamma è riuscito a trasformare la morte in vita: quella delle persone che, come mio figlio, hanno avuto in dono un suo organo. Grazie, grazie, grazie». Nella stessa lettera la nostra signora Anna ha voluto altresì esprimere la profonda riconoscenza a tutto il personale del reparto di dialisi dell'ospedale San Benedetto di Alatri ed del reparto nefrologia e dialisi dell'ospedale Bambino Gesu di Roma. «Grazie alla loro professionalità e dedizione - mio figlio è riuscito a superare questa straziante malattia. Fatti come questo non fanno notizia nella società di oggi, ma, forse, soltanto chi attraversa così dure prove si rende consapevole che le nostre vite sono appese ad un filo e l'unica speranza ci può essere data dalla solidarietà. Spero soltanto - conclude la signora Anna - che la mia esperienza sia in grado di far riflettere i lettori e possa essere di conforto e speranza a tutti coloro che combattono contro una malattia. Anche io ho avuto momenti di sconforto, nei quali tutto mi sembrava irrimediabilmente perso, ma la fiducia nel prossimo e, soprattutto, il sostegno dall'apparato sanitario mi hanno dato la forza di andare avanti ed approdare, finalmente, ad una soluzione».
Che aggiungere alle sin troppo esaurienti parole della nostra signora Anna? Nulla, davvero, se non, appunto, l'ulteriore sottolineatura rispetto ad un apparato sanitario che, nonostante manchevolezze e carenze, talvolta riesce persino a... compiere il miracolo.