Cronaca di Frosinone

Martedì 25 Febbraio 2003
Il sindacato denuncia: edilizia, commercio, aziende tessili, ristorazione e imprese di pulizie i settori più a rischio
«Un lavoratore su tre è in nero»
Cisl: Ciociaria, record negativo. Gli industriali: fenomeno duro da sconfiggere

di ANTONIO MARIOZZI

Un esercito di lavoratori "in nero" e, dunque, irregolari in provincia di Frosinone. Ben il quaranta per cento (circa 35 mila unità) degli occupati, a fronte di un dato nazionale che oscilla tra il 27 e il 30 per cento. Una piaga che si allarga sempre di più e che dà un nuovo primato negativo alla Ciociaria.
Sotto accusa sono, in particolare, l'edilizia, il commercio, le aziende tessili, la ristorazione e le imprese di pulizia, settori che contribuiscono in modo più consistente a rendere allarmante il fenomeno del sommerso, che incide sull'economia provinciale per oltre un terzo del Pil (il prodotto interno lordo). La denuncia arriva dal segretario aggiunto della Cisl, Domenico Di Palma, secondo il quale la legge in vigore sull'emersione «non ha prodotto ancora effetti positivi nel Frusinate».
«Persiste - sostiene infatti Di Palma - una vera cultura del sommerso e dell'illegalità basata, probabilmente, sulla sfiducia nei confronti delle istituzioni e sulla convinzione che non esistono strumenti per emergere e che, comunque, è sempre possibile farla franca. Le aziende interessate al problema devono emergere dal sommerso- aggiunge Di Palma - perché, oltre a garantirsi tranquillità rispettando le regole, sarebbe un atto di moralità che certamente porterebbe un notevole contributo al risanamento sociale ed economico della provincia. E' un fenomeno da aggredire».
Venerdì, intanto, scadono i termini per presentare i Piani individuali di emersione (Pie) che, attraverso l'ufficio provinciale del lavoro, arrivano al Cles, il comitato per il lavoro e l'emersione del sommerso. Ma nessuna impresa del Frusinate ha ancora presentato il Pie. «A questo punto- continua Di Palma- riteniamo indispensabile che il Governo protragga la scadenza adeguandola alla necessità di mandare a regime i processi contrattuali e gli strumenti che sono stati messi in opera. Eppure - conclude il segretario aggiunto della Cisl - le pesanti sanzioni amministrative dovrebbero fungere da deterrente spingendo le imprese a sfruttare questa opportunità per regolarizzare il lavoro nero». La piaga del sommerso, nel Frusinate come in altre realtà, produce, tra l'altro, evasione fiscale, mancato versamento dei contributi previdenziali e un rapporto di concorrenza sleale tra le imprese: tutti motivi che penalizzano la crescita economica. «Il lavoro nero - dice il direttore dell'Unione Industriali, Marcello Bertone- incide in modo negativo sul Pil creando precariato vero. C'è bisogno di una rivoluzione culturale che porti le aziende e i lavoratori ad adeguarsi alle norme. L'Unione Industriali è impegnata in questa direzione come dimostra il recente protocollo firmato nel settore tessile. Ma non è una sfida facile da vincere». Anche la Uil è preoccupata. «Siamo ormai a livelli di guardia - dichiara il sindacalista Luigi Canali - abbiamo un quadro sempre più a rischio con bassi salari e pochi diritti per i lavoratori. E anche tanti alberghi non sono esclusi da questo discorso».