Cronaca di Frosinone

Domenica 23 Marzo 2003
Decine di imprese ciociare in difficoltà e disoccupazione record: negli ultimi tre anni 7.200 posti di lavoro in fumo
Sindacati e aziende, uniti contro la crisi
Federlazio, Cgil Cisl e Uil firmano un protocollo per rilanciare l’industria

di ANTONIO MARIOZZI

Decine di aziende in crisi (alcune tra le più importanti), tanti posti di lavoro a rischio e una disoccupazione che è a livelli da profondo Sud, avendo superato i centomila iscritti nelle liste di collocamento. Un settore industriale che, in parecchi casi, "soffre" e stenta a riprendere quota, dal Sorano fino al nord della provincia passando per il capoluogo. Una crisi che è "spalmata" su gran parte del territorio provinciale e per la quale occorrono, dunque, nuove programmi e progetti, allo scopo di arginarla ridando ossigeno al mercato del lavoro. Con questo proposito, il presidente della Federlazio Vincenzo Diurni e i segretari provinciali di Cgil (Benedetto Mollica), Cisl (Romano Fratarcangeli) e Uil (Domenico Fracasso) hanno siglato un protocollo d'intesa che si propone di restituire competitività al comparto industriale. L'iniziativa è scaturita dal fatto che, nell'ultimo periodo, troppe aziende sono entrate nel tunnel della crisi, senza ancora trovare, spesso, sbocchi positivi. Dalle note vicende della Fiat di Cassino alle Confezioni Stella a Sora, dall'Alcatel di Frosinone alla cartiera Dea di Guarcino, dall'ex Winchester di Anagni all'acqua di Fiuggi, solo per fare qualche esempio. Marchi più e meno prestigiosi, che ora faticano a mantenere il passo imposto dalle nuove sfide nell'èra della globalizzazione. Ecco, dunque, la necessità di voltare pagina, di dare un «colpo d'ala» alle piccole e medie imprese. «La verità - attacca Romano Fratarcangeli - è che ci troviamo in una crisi senza precedenti. Troppe industrie non sono in grado di rinnovarsi e ammodernare le proprie strutture perdendo importanti spazi di mercato. Non c'è dubbio che, a tutto questo, si sono aggiunti il livello inadeguato delle infrastrutture e, non per ultimo, l'inefficienza della pubblica amministrazione, che non ha sostenuto come doveva la competitività del settore industriale». La "ricetta" messa a punto da Federlazio e sindacati confederali prevede politiche di concertazione nei tavoli istituzionali, monitoraggio delle infrastrutture, una commissione di conciliazione per le vertenze di lavoro, esame delle iniziative di legge regionali a tutela dell'indotto Fiat, un controllo costante sulle capacita della pubblica amministrazione di snellire i procedimenti burocratici per le piccole e medie imprese stimolando la nascita di nuovi insediamenti produttivi. «Il quadro - afferma il presidente della Federlazio, Vincenzo Diurni - si è aggravato con la crisi Fiat e dell'indotto. E ciò in un contesto di politiche restrittive del credito attuate dalle principali banche che sta causando una preoccupante mancanza di liquidità». Secondo Benedetto Mollica l'economia provinciale vive un periodo buio. «Negli ultimi tre anni - dice - si sono persi 7200 posti di lavoro e le piccole imprese non riescono ad avviare un processo d'innovazione. Esistono molte incognite e servono quindi politiche di sostegno territoriale più incisive con l'obiettivo di rafforzate l'apparato industriale». Per evitare che la Ciociaria piombi in una crisi irreversibile.