Cronaca di Frosinone

Venerdì 4 Aprile 2003
IL DRAMMA DI UN FINANZIERE CON LA MOGLIE IN COMA
«L’inferno è iniziato in sala parto»

di ALESSIO PORCU

«Guardo mia moglie e penso a quando eravamo felici. Lei è immobile su un letto da più di un anno: non ha mai riaperto gli occhi da quel giorno maledetto. Io le parlo, le faccio ascoltare la musica. Non so nemmeno se lei senta le mie parole, riesca a sentire quelle note: spero che in qualche angolo remoto della sua testa ci sia ancora una parte di cervello in grado di percepire i miei disperati tentativi di svegliarla dal coma». Un anno fa Angelo Schiavone è salito in paradiso e dopo pochi istanti è sprofondato all'inferno: mentre il suo primo figlio veniva al mondo, nella mente di sua moglie Ginevra Fargnoli (30 anni) la luce si spegneva per sempre. Qualcosa è andato storto mentre era nella sala parto dell'ospedale Gemma de Posis di Cassino: per accertare cosa è accaduto quel dannato 23 gennaio del 2002 il giudice delle indagini preliminari Francesco Galli ieri ha nominato quattro periti. Il 29 ottobre depositeranno le risposte.
Mesi e mesi in ospedale, poi il ritorno a casa. «Ginevra ora è con me, distesa sul letto. I medici mi hanno consigliato di non illudermi ma io sono testardo e non mi arrendo». Angelo Schiavone è sottufficiale della Guardia di Finanza, si è trasferito da poco ad Ascoli Piceno. Lui e il piccolo Andrea sono inseparabili: «Gli faccio vedere la mamma tutti i giorni, gli dico che dorme. Spero che lei riesca a sentire almeno le prime parole che nostro figlio sta imparando a pronunciare. Lui è ancora così piccolo, è una fortuna: non capisce ancora in che abisso l'hanno imprigionata i medici. E' un calvario che lei sta vivendo sulla sua pelle, lo hanno inflitto anche a me ed a questa creatura innocente che sta crescendo senza avere mai provato cos'è la gioia dell'abbraccio di una mamma. Spero che i colpevoli paghino».
La scienza dice che le speranze di un risveglio sono pochissime. «Finché ce ne sarà anche una sola continuerò a lottare per mia moglie, a parlarle e farle ascoltare la musica delle nostre canzoni».