Cronaca di Frosinone

Giovedì 17 Aprile 2003
Pontecorvo/Due reparti in bilico
Il sindaco a Stalteri: «Accelerare lo sviluppo dell’ospedale»

di FRANCESCO BISESTI

Occorrono le medicine giuste per curare «l'ospedale più malato» della nostra provincia: quello di Pontecorvo. Nonostante le dimensioni della sua moderna struttura e l'ampia ricettività del nosocomio, esso è andato gradualmente svuotandosi con la progressiva cessione di alcuni reparti al "De Bosis" di Cassino. Da quello di pediatria a quello di ostetricia, per finire a quello di ortopedia sono stati smantellati infatti, tra non poche polemiche, per essere accorpati in quest'ultimo ospedale. Tutto ciò sotto gli occhi di una classe politica che, forse, non ha saputo incidere positivamente per un rilancio definitivo e programmatico del "Pasquale Del Prete" di Pontecorvo.
E, mentre oggi si fanno sempre più insistenti le voci sulle intenzioni del governo regionale del Lazio di decidere una probabile riconversione dell'ospedale in una struttura mista tra pubblico e privato, il primo cittadino di Pontecorvo lancia un nuovo appello al commissario straordinario della Asl, Domenico Stalteri, affinché si intraprenda la via tanto attesa dello sviluppo del nosocomio attraverso l'assegnazione del reparto di pneumologia, già da tempo decisa, ed il trasferimento di quello geriatrico dal vicino ospedale cassinate. «I lavori ormai pressoché ultimati per la ristrutturazione dei locali del pronto soccorso e quelli per la riattivazione delle due sale operatorie - ha spiegato il sindaco Riccardo Roscia - non possono e non devono rimanere un fatto isolato o peggio ancora un evento fine a se stesso. Gli investimenti portati a termine, per non evidenziare inutili sprechi del danaro pubblico, dovranno tener conto del rispetto degli impegni assunti nell'ottica di un rilancio del nostro ospedale cittadino». E' già un dato significativo l'attivazione di un nuovo reparto di gastroenterologia che ha preso recentemente a funzionare all'interno del nosocomio di Pontecorvo ma, da solo, non basta. Sulle scelte di una sanità che arranca e dà segni di grande affaticamento è persino difficile immaginare fino a che punto gli appelli potranno sortire gli effetti desiderati.