Cronaca di Frosinone

Domenica 12 Maggio 2002
Cassino/Il direttore della struttura sanitaria replica: i contenitori sono conservati al chiuso, non c’è alcun pericolo
«Amianto abbandonato in ospedale»
La Cgil denuncia: una ventina di cassoni in eternit da anni in un sottotetto

di FRANCESCA COPPOLA

«Venti contenitori di eternit giacciono abbandonati sotto una tettoia sulla terrazza dell’Ospedale di Cassino, adottati dai piccioni che ne hanno fatto comodi nidi». L’allarme lo lancia un delegato Cgil Sanità di Cassino, Carmine Sassone, che si interroga sulle condizioni di periocolosità del “giacimento" di amianto, e gira la domanda con una interrogazione scritta, al direttore generale della Asl di Frosinone Carmine Cavallotti. «Considerato che il nosocomio è naturalmente un ambiente ad alto rischio di infezioni, e che in particolare quello di Cassino ha tra i dipendenti una alta incidenza di malattie per cause di servizio, sono fortemente preoccupato per il pericolo possibile di dispersione di particelle d’amianto che potrebbero essere rilasciate dai cassoni e chiedo alla massima autorità sanitaria se dall’ospedale ciociaro siano state richieste analisi per rilevare la presenza di tali fibre nell’ambiente». I cassoni di eternit (un cemento-amianto bandito dalla legge, le cui particelle se emanate nell’aria ed inalate provocano tumori alle vie respiratorie), servivano un tempo come serbatoi d’acqua, ora giacciono sotto la tettoia del Gemma De Posis esattamente in corrispondenza del reparto Pediatria, al piano inferiore. «Mi chiedo perché la Asl non abbia predisposto un intervento per rimuovere l’amianto, come prevede il decreto 277 del ’91 - afferma preoccupato Sassone - Se la fibra d’amianto dei cassoni si rivelasse in cattive condizioni e quindi soggetta alla dispersione di particelle, per i dipendenti dell’ospedale e per i pazienti, al rischio infettivo già presente si aggiungerebbe questo secondo pericolo». Nell’attesa della risposta del manager della Asl, il direttore dell’ospedale di Cassino, Ettore Cataldi, smentisce con assoluta certezza la denuncia della Cgil, e afferma: «Quella tettoia è stata sottoposta ad una pulizia meticolosa circa un mese fa». Dunque non c’è alcun pericolo di amianto sulle teste dei degenti dell’ospedale? Il direttore afferma convinto: «L’unica presenza di amianto è proprio quella della copertura del tetto dell’ospedale, che però è stato verniciata con un fissante per annullare ogni pericolo di dispersione» E quei venti serbatoi? «Sì, ci sono ma non sono affatto pericolosi. Addirittura tra le opere che abbiamo richiesto alla Asl provinciale, per rendere la nostra struttura conforme alla legge n.626 per la sicurezza dei luoghi di lavoro, non abbiamo incluso alcun intervento di rimozione di quei cassoni perché sono posti in luogo chiuso. L’amianto è dannoso solo se scalfito dalle intemperie e reso volatile, e lì è impossibile che si creino queste condizioni». A detta del sindacalista, però la tettoia sarebbe provvista di finestre che permettono il passaggio di piccioni e potrebbero quindi anche lasciare l’amianto libero di volatilizzarsi. Potrebbe avvenire questo? Il direttore ammette «Quei contenitori sono lì da almeno venti anni» poi assicura: «ma sicuramente in buone condizioni».