Cronaca di Frosinone

Giovedì 3 luglio 2003

Sora/L’Asl non rimborsa le spese di trasporto da sette mesi. Rc scrive a Stalteri
Dializzati lasciati senza rimborsi

di PAOLO CARNEVALE

Una sessantina di malati costretti a sottoporsi a sedute trisettimanali di dialisi per tutta la loro vita. Ed anche, per quanto possa sembrare incredibile, a pagarsi le spese di trasporto presso l'ospedale. Almeno fino a quando la Asl non si deciderà a concedere loro il rimborso spese, al quale avrebbero pure diritto. È quanto accade da circa sette mesi a Sora, presso il SS. Trinità. L'ospedale ha un grosso bacino d'utenza, circa 80.000 persone. Una sessantina dei quali, appunto, costretti ad andare tre volte alla settimana a sottoporsi ai trattamenti per la dialisi. Le spese per il trasporto sono a carico della Asl di Frosinone. Che però da sette mesi non concede i sacrosanti rimborsi. Una situazione che ha provocato parecchie proteste nei giorni scorsi. Fino a causare due diverse interpellanze in consiglio regionale. La prima è arrivata da parte del consigliere Udc Enzo Di Stefano; che ha parlato di «increscioso ritardo», per superare il quale bisognerà «rimuovere in via definitiva gli impedimenti burocratici che bloccano l'erogazione dei rimborsi» ai malati già per conto loro «provati da uno stato di oggettiva prostrazione fisica». Di Stefano ha anche ricordato come questo non sia un caso isolato, ma solo l'ennesimo di «più o meno significativa gravità»; ribadendo la necessità di aprire «un tavolo di confronto permanente» sui problemi della sanità locale.
Sulla questione si è espresso anche il consigliere di Rc Romolo Rea. Che ha scritto al Direttore generale dell'Asl di Frosinone Domenico Stalteri, chiedendogli di «verificare i motivi di questi ritardi e le eventuali responsabilità» di chi permette che i malati sopportino «disagi e sacrifici». Il Direttore sanitario dell'ospedale di Sora, la dottoressa Lucidi ha parlato di «disguidi burocratici dovuti al fatto che non si possono ovviamente pagare i rimborsi subito ad ogni malato. È l'Asl che provvede con una delibera comune dopo qualche tempo». Resta il fatto che i malati devono sopportare questi disagi oramai da troppo tempo.