Cronaca di Frosinone

Venerdì 1° agosto 2003

Cinque anni con un ferro nell’addome
La donna di Arpino era stata operata nel ’98. Ora chiede giustizia

di ANTONIO MARIOZZI

Lunedì scorso è finito il suo calvario con un intervento nell'ospedale di Pontecorvo, dove i medici le hanno estratto l'indesiderato "oggetto" con un intervento chirurgico in anestesia totale. Per cinque anni è andata avanti con un ferro nell'addome. Dolori lancinanti, insopportabili per una donna di Arpino, 46 anni, madre di tre figlie, che ora è tornata finalmente a una nuova vita. A.G., cinque anni fa, aveva subito un'operazione all'ospedale di Sora dove le era stata applicata una protesi all'anca. Tutto era andato per il meglio, ma dopo qualche mese la donna aveva iniziato ad accusare i primi dolori, diventati poi sempre più acuti con il passare del tempo. A quel punto A.G. comincia a sottoporsi a una serie di controlli in diversi studi e centri medici. Ma le e Tac e le radiografie confermano solo il positivo esito dell'operazione all'anca senza individuare il motivo dei suoi insopportabili dolori. La famiglia,però,non si arrende e le prova tutte. Nell'ultimo tentativo, nell'ennesima struttura sanitaria, arriva l'incredibile scoperta: l'esame accerta una "situazione normale nella zona sottoposta ad intervento chirurgico, con la presenza di corpo estraneo filiforme". Un ferro,lungo circa dieci centimetri e con uno spessore di qualche millimetro, si sarebbe staccato dalla protesi all'anca perforando la prima membrana della vescica con possibili drammatiche conseguenze per la donna di Arpino. Lunedì scorso i medici dell'ospedale di Pontecorvo hanno sottoposto la donna a un nuovo intervento chirurgico, eliminando il ferro dall'addome e mettendo così fine al suo lungo calvario. che per cinque anni, tra dolori insopportabili e l'angoscia del marito e delle tre figlie, aveva fatto temere il peggio. Ora i familiari di A.G. vogliono fare piena luce sulla vicenda e sono decisi ad andare fino in fondo. Per questo hanno già affidato all'avvocato Carlo Coratti il compito di assumere ogni iniziativa legale per risalire alle eventuali responsabilità della struttura ospedaliera nella quale la donna fu operata nel 1998. Una vicenda incredibile, dunque, che rischia ora di finire in tribunale con una richiesta di risarcimento danni.