Cronaca di Frosinone

Mercoledì 27 agosto 2003

«Non si guarisce da un tumore, se dinanzi abbiamo un medico ...

«Non si guarisce da un tumore, se dinanzi abbiamo un medico "clown"; ma sicuramente aiuta chi già si trova in una situazione di fragilità a non pensare per un attimo, un'ora, o un intero pomeriggio, a quanto fastidiosa sia, ad esempio, una flebo». E' quanto sostiene lo psicologo Carlo Recchia, da tempo tra i propugnatori di iniziative che consentano ai piccoli pazienti ricoverati di "evadere", seppur per brevi periodi, dalla triste realtà ospedaliera. «E' ormai ampiamente dimostrato - afferma Recchia - che l'ansia, nei più piccoli, si riesce a controllare e a far regredire con un attegiamento giocoso». Fondamentale è in tal senso, una ridefinizione del modo di porsi dei medici: «Sfido chiunque, figuriamoci un bambino, a parlare con serenità davanti al dottore di turno, che si rivolge al degente con aria seriosa ed impaziente». E tra i pionieri, in Ciociaria, del processo di umanizzazione all'interno delle strutture sanitarie, c'è anche l'Associazione Samanta; che nell'aprile 1998 allestì presso l'ospedale di Pontecorvo un locale interamente dedicato allo svago dei bambini ricoverati. «Purtroppo - commenta amaramente Lucia Bellini, presidente del sodalizio benefico - dopo un solo anno di vita la stanza venne smantellata, in seguito alla chiusura del reparto pediatrico».