Cronaca di Frosinone

Giovedì 25 settembre 2003
LA VITTIMA DI STRANGOLAGALLI
Morì nel letto d’ospedale, cinque medici a giudizio

Morì sul letto d’ospedale, dopo trentasei ore di agonia. Ora per il giudice ci sono gli elementi per aprire un processo a carico dei cinque medici del reparto di rianimazione che, secondo la tesi dell’accusa, non avrebbero diagnosticato in tempo la rottura dell’aorta addominale. Rottura che determinò la morte di Santa Bottoni, 70 anni di Strangolagalli. Il gup di Frosinone, Parisi, ha rinviato a giudizio il primario del reparto, Antonio Lucchetti di Fontana Liri, i medici Walter Ciaschi di Colleferro, Angela Simonelli, Nicola Vona e Vincenzo Aversano, tutti di Frosinone. Con loro Antonio Aversa di Giuliano di Roma, l’uomo che, secondo l’accusa, provocò l’incidente che ridusse la donna in fin di vita. Per tutti il reato contestato è quello di omicidio colposo e il collegio difensivo è composto da Raffaele Maietta, Fernando Picchi, Franco Pizzutelli e Gianpiero Baldassarre.
I fatti risalgono al 6 marzo dell'anno scorso. Ad Arce si scontrarono due Clio. Nella prima c’era Antonio Aversa, nell’altra Antonella Sementilli e Santa Bottoni. Quest’ultima riportò numerose e gravi fratture su tutto il corpo e venne ricoverata in rianimazione. Dopo 36 ore morì e la procura aprì un’inchiesta. Il pubblico ministero incaricò come perito, il dottor Vincenzo Rizzuti. Secondo la sua relazione «i medici non avrebbero diagnosticato una lesione all’aorta». E secondo lo specialista se la donna fosse stata sottoposta ad intervento chirurgico avrebbe avuto qualche possibilità di salvarsi. Conclusioni, queste, determinanti per il rinvio a giudizio. Tutt’altro parere hanno espresso invece le difese, secondo cui la donna aveva fratture gravi per tutto il corpo. Venne sottoposta a 40 lastre, una tac e due ecografie nell’arco delle 36 ore. In tutti gli esami l’aorta risultava integra. Quindi la morte sarebbe pervenuta per le numerose emorragie provocate dalle fratture. Ora il processo, che partirà il 1 marzo prossimo, stabilirà se i medici siano effettivamente colpevoli.