Cronaca di Frosinone

Domenica 12 ottobre 2003
Ospedale, un coro di no alla privatizzazione
Intanto Morini ha convocato per domani la conferenza dei sindaci del distretto sanitario
ALATRI Iannarilli e Foglietta smentiscono che la Regione possa avere mai ipotizzato la dismissione della struttura

ALATRI - Un coro di no all’ipotesi di privatizzazione dell’attività dell’ospedale San Benedetto di Alatri ventilata dall’imprenditore Ciarrapico durante un pranzo venerdi scorso alla presenza di numerosi medici dello stesso nosocomio. «Parlare di cliniche private o strutture ospedaliere convenzionate - afferma l’assessore regionale Antonello Iannarilli (Fi) - non vuol dire "volere" o "potere" acquistare una struttura ospedaliera pubblica. Non esiste nessun atto regionale nè alcuna volontà politica da parte della regione Lazio di cedere a privati strutture ospedaliere pubbliche. Ciò non sarebbe possibile neppure sotto il profilo tecnico-giuridico. Nessuno potrà impedire - aggiunge Iannarilli - a intraprendenti imprenditori come Giuseppe Ciarrapico di presentare offerte di acquisto alla Regione che, però, assai difficilmente potranno avere l’esito sperato». Sullo stesso argomento è prevista la convocazione urgente del gruppo consigliare regionale di Forza Italia. «Come Regione - dichiara Alessandro Foglietta (An)- non abbiamo avuto nessuna richiesta da parte di privati di cedere strutture ospedaliere pubbliche di Alatri o di altrove. Per quanto mi riguarda - aggiunge Foglietta - ritengo che il patrimonio pubblico non vada disperso e che la Regione debba proseguire nell’esperienza attuale, potenziandola ulteriormente. Infine - conclude Foglietta - ammesso che un qualsiasi imprenditore possa ragionare in termini di privatizzazione di un ospedale pubblico per un suo fine particolare, è altresì vero che, allo stato attuale, nella regione Lazio una simile ipotesi è pura fantasia». «L’ospedale non si tocca, tuona il consigliere regionale Francesco De Angelis (Ds). Altro che facili allarmismi, avevamo ragione noi e ora chi governa la sanità non può più far finta di non sapere e di cadere dalle nuvole. Ora l’assessore alla sanità Verzaschi dovrà rispondere urgentemente alla nostra interrogazione e chiarire i reali obiettivi della regione Lazio. Noi - aggiunge De Angelis - difenderemo il diritto alla salute dei cittadini e respingeremo con tutte le nostre forze il disegno di smantellamento del servizio sanitario pubblico. E per la difesa di questa importante struttura sanitaria pubblica chiameremo a raccolta i cittadini, gli operatori sanitari, le organizzazioni sindacali, le istituzioni e il mondo dell’associazionismo». «L’obiettivo è ormai chiaro - sbotta il sindaco di Alatri Giuseppe Morini - il governo di destra che guida la regione Lazio vuole continuare a smantellare la sanità pubblica per consegnare ospedali e servizi sanitari nelle mani dei privati, così penalizzando la popolazione e le fasce più deboli». E’ fuori di sè il sindaco di Alatri! «Per prima cosa - ha annunciato Morini - martedi prossimo alle ore 18,30 si terrà presso il comune di Alatri la Conferenza con i sindaci dei comuni del distretto sanitario facente capo ad Alatri e, nel corso della settimana, assumeremo altre iniziative per impedire il progetto di privatizzare i servizi dell’ospedale di Alatri». Dello stesso tenore le dichiarazioni del presidente del Consiglio comunale Patrizio Cittadini e dell’assessore alla sanità Guido Fia. «Mancava soltanto Ciarrapico... per affossare la sanità pubblica in provincia di Frosinone, è il titolo di un comunicato stampa della Uil Fpl. «Criticare la gestione dell’Asl è diventato ormai facile come sparare sulla Croce Rossa, sostiene Giulio Rossi responsabile settore sanità della Uil Fpl. Invitiamo l’imprenditore ad illustrare il suo progetto in un’assemblea pubblica da tenersi il prossimo 7 novembre presso l’ospedale di Alatri alla presenza degli operatori della struttura. In quell’occasione Ciarrapico - conclude Rossi - avrebbe la possibilità di illustrare i numerosi pregi del modello "Casilino" che il commissario straordinario Mirabella si starà già accingendo a studiare in previsione della conclusione dell’affare».
Sin qui le reazioni delle diverse parti politiche. Al cronista non resta che domandarsi: possibile che un imprenditore così navigato abbia assunto iniziativa del genere unilateralmente? E, poi: ma perchè tanti medici si sono sentiti in dovere di rispondere ad un invito di un «privato» che si sapeva dove andava a parare?