Cronaca di Frosinone

Venerdì 21 novembre 2003
UNA settimana di...

... «riflessione». Sette giorni di tempo per trovare una soluzione all’attuazione dell’articolo 12 del contratto di lavoro scaduto da due anni sulle progressioni economiche dei dipendenti dell’Asl dopo che le prove sono state effettuate due mesi fa ma ancora senza alcuna pubblicazione degli esiti.
Questa la proposta fatta ieri pomeriggio dal vertice aziendale (presenti il direttore generale, Carlo Mirabella, e il direttore amministrativo, Giovanni Terlizzo, assistiti dagli avvocati Salera e Ciamarra) ai responsabili sindacali di Cgil-Cisl-Uil Della Rosa, Ricci e Matassa e dell’Ugl Roccatani. La presenza dei legali ha meravigliato il segretario generale della Fps-Cisl, Angelo Ricci, il quale ha detto poi di essere «rimasto stupito malgrado tanti anni di militanza sindacale e ciò dimostra che l’Azienda fa acqua da tutte le parti». Dunque ancora sette giorni di tempo per uscire da una situazione che sta amareggiando oltre che agitando ben 800 dipendenti dell’Asl che si vedono maltrattati dal momento che tutte le Asl del Lazio hanno attuato il contratto e che reclamano, dopo avere sostenuto le prove, il trattamento economico superiore della rispettiva qualifica. In 200 si sono rivolti già ai legali visto che ai 150 che sono rappresentati dall’avv. Schiavi vanno aggiunti due gruppi di 50 che si avvalgono della difesa degli avvocati Di Girolamo e Tomasso. Ieri i dirigenti dell’Asl hanno dato la parola agli avvocati che hanno fatto presente alcune difficoltà. Però, anche grazie alle pressioni del mondo politico e sindacale oltre che dei dipendenti interessati, filtra all’esterno la sensazione che si stia ammorbidendo un po’ qualche posizione che è stata nettamente contraria fin dall’inizio all’attuazione dell’articolo contrattuale. Compete perciò al manager Mirabella superare ogni resistenza interna al fine di evitare un contenzioso con il personale senza precedenti rispetto a prove che si sono svolte nella medesima maniera delle altre Asl. Perciò i dipendenti si chiedono e chiedono a vertici aziendali, politici e sindacalisti: perché a noi no e agli altri sì? Oltretutto, dopo tanto ritardo che ci ha danneggiato economicamente?