Cronaca di Frosinone

Sabato 27 dicembre 2003
SORA/CONTAGIO DURANTE L’INTERVENTO
Epatite in corsia, dopo vent’anni ottiene la pensione

di PAOLO CARNEVALE

Termina bene, con l'arrivo di una sospiratissima pensione di invalidità, dopo circa 20 anni, l'odissea di una signora di Sora, T.A., 60 anni casalinga, ammalatasi di epatite in seguito ad una trasfusione effettuata con sangue non ben controllato. Una donna che ha però dovuto battagliare a lungo con il Ministero della Sanità per vedersi riconosciuta una pensione, giustificata dal fatto che l'epatite le era stata causata da un atto di negligenza. I fatti risalgono ai primi anni '80. La signora, in seguito ad un incidente automobilistico, si ferisce ad una gamba, ed ha bisogno per l'operazione di alcune trasfusioni. Anni dopo l'operazione inequivocabili i sintomi dell'epatite. E, ottenuto il riconoscimento del nesso di causalità con con l'operazione, la decisione di fare causa al Ministero. C'è una legge, la 210 del 92 che lo permette: legge che chiarisce però che bisogna fare domanda entro 3 anni dall'insorgenza della malattia. E qui iniziano i problemi: perché, da una parte, il ministero sostiene che la signora avrebbe tutti i diritti, ma avrebbe purtroppo fatto richiesta in ritardo. Dall'altra, la signora, che sostiene di non aver capito subito che la malattia era derivata da quella maledetta trasfusione.
La battaglia è durata fino al mese scorso, quando un decreto ministeriale ha stabilito come il termine dei tre anni vada inteso a partire dal momento in cui il soggetto in questione si accorge del rapporto causa-effetto tra la trasfusione e la malattia. Insomma ragione piena alla signora di Sora. Che ora può cominciare a percepire la sua sospirata pensione.
«Si tratta di una sentenza - ha detto l'avvocato Cesare Gabriele che ha seguito la signora di Sora durante tutto il suo itinerario giudiziario - importante da almeno due diversi punti di vista. Anzitutto perché dà ragione alla mia cliente, ristabilendo la verità dei fatti. Ma, direi soprattutto, anche perché è un precedente importante che stabilisce una linea di condotta. Che ora il ministero, nei molti casi come questo che si sono purtroppo verificati nel corso degli anni, non potrà più ignorare».