Cronaca di Frosinone

Mercoledì 11 agosto 2004

ANAGNI
Un solo medico non basta Pronto soccorso in tilt

di PAOLO CARNEVALE

Il pronto soccorso da mesi non riesce ad operare, con l’unico medico in servizio, malgrado ne fossero previsti due. Con tutti i ritardi e le storture che ciò comporta. Una situazione di emergenza insostenibile soprattutto durate l'estate. Quando si sommano alle già evidenti scarsità di risorse, la necessità di ferie per il personale e il quasi costante fenomeno dell'aumento delle chiamate di pronto soccorso. Generando ancora una volta file e ritardi.
Questa la situazione denunciata ieri ad Anagni dal Das, l'associazione “Diritto alla Salute“ composta da cittadini che, da mesi, monitora il nosocomio cittadino, segnalando errori e problematiche. Nei giorni scorsi in città sono sorte parecchie polemiche sul pronto soccorso dell'ospedale cittadino. Inerenti soprattutto alle difficoltà di erogare il servizio d'estate. Alcuni si sono spinti anche a teorizzare un impegno non "totale" da parte del personale. Ipotesi respinta dalla stessa associazione. Che ha ricordato come ad esempio, qualche giorno fa sia stato necessario, in una sola giornata, effettuare 40 prestazioni di pronto soccorso "codice rosso", ovvero più urgenti. Ovvio che questo debba poi comportare, per le patologie più lievi, tempi di attesa dilatati. Il vero problema, ha sostenuto il presidente dell'associazione anagnina Maurizio Cavagni, è sempre lo stesso: «Il ridimensionamento del personale porta inevitabilmente al rallentamento delle attività di emergenza, nonostante l' encomiabile impegno profuso dal personale medico rimasto a fronteggiare l'attività del Pronto Soccorso in un periodo particolarmente "caldo" anche per l'enorme movimento turistico che interessa la zona nord della Ciociaria, e anche con la presenza del tratto autostradale». Di qui l'auspicio che chi di dovere possa agire per potenziare la struttura con uomini e mezzi. Evitando, è stata la polemica chiusa di Cavagni, «clamorose inaugurazione di nuovi reparti», se a questo deve seguire un «impoverimento dei servizi di base, senza peraltro il pieno funzionamento dei nuovi servizi appena inaugurati».