Cronaca di Frosinone

Lunedì 13 dicembre 2004
La sanità privata in piazza
Sono 55 mila dipendenti tra infermieri, tecnici, assistenti e medici
Sciopero per il mancato rinnovo del contratto che prevede un aumento di 109 euro

di SARINA BIRAGHI

ROMA — Cliniche e ospedali privati oggi chiusi per sciopero. A fermare per l’intera giornata, i circa 55mila dipendenti degli istituti aderenti all’Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) il mancato rinnovo del contratto, scaduto nel 2001, che prevede un aumento di 109 euro mensili. Lo sciopero, indetto dai tre sindacati nazionali di categoria (Cgil Funzione Pubblica, Cisl Fps e Uil Fpl), prevede iniziative in tutte le regioni, mentre a Roma si terrà un sit in sotto la sede dell’Aiop, a partire dalle ore 9. I lavoratori delle strutture aderenti all'Aiop, pur rappresentando la maggior parte dei dipendenti del settore (100mila addetti in tutto), sono anche gli unici a non aver rinnovato l'accordo. Il tavolo con l’Aiop, invece, è bloccato, nonostante una preintesa firmata a settembre, che prevedeva la firma del contratto entro il 20 ottobre. L’Associazione rappresenta 531 ospedali privati, per un totale di 50.715 posti letto, pari al 20,4% del totale dei 248.180 posti letto, sia pubblici sia privati, disponibili sul territorio nazionale, con la concentrazione più alta nel Centro Italia con 12.713 posti letto (24,1%), segue il Sud, con 18.920 posti letto (23,5%) e il Nord con 19.082 (16,6%).
Il Consiglio dell’Associazione nell’ultima riunione del 3 dicembre, ha rifiutato il via libera alla firma, chiamando in causa le regioni per la mancanza di copertura finanziaria dei nuovi oneri. Il rischio della mancata copertura era stato già sollevato in Conferenza delle Regioni quando, sindacati e associazioni avevano sollecitato i vari assessori alla sanità facendo presente che gli adeguamenti delle tariffe delle convenzioni regionali avrebbero velocizzato la chiusura del contratto. In risposta a questa sollecitazione, il coordinatore degli assessori regionali della Sanità, il veneto Fabio Gava, ha inviato una nota ai suoi colleghi chiedendogli di procedere in tempi rapidi agli adeguamenti delle tariffe. Un invito accolto da quasi tutte le regioni. Nonostante questo, l’Aiop ha rifiutato la firma del nuovo contratto a causa delle realtà dove ancora non è garantita le coperture finanziaria. Dura la risposta dei sindacati che martedì, in un messaggio al presidente della Conferenza delle regioni, Enzo Ghigo, hanno chiesto «l’immediata verifica degli accreditamenti di queste strutture e il ripristino di una situazione di legalità a fronte di un’appropriazione indebita di risorse del fondo sanitario nazionale, da parte di strutture accreditate che non rispettano gli obblighi contrattuali nei confronti dei loro dipendenti».
«Entro la fine dell’anno si arriverà alla ratifica del contratto, così come scritto nella preintesa e senza cambiare nulla - ha confermato il presidente Aiop, Emmanuel Miraglia - Finora però non è stato possibile perché il nostro Consiglio nazionale deve tenere conto di tutte le realtà territoriali e non tutte le regioni hanno provveduto agli adeguamenti economici. È solo un rinvio non certo il rifiuto a siglare il contratto». Il settore, del resto, risente dei tagli alla spesa pubblica. «Fino a tre anni fa - ricorda Miraglia - veniva destinato alle strutture private il 9% del Fondo ospedaliero. Oggi solo l’8%, nonostante gli ospedali privati abbiamo aumentato prestazioni, interventi e ricoveri».
I circa 55 mila dipendenti che si fermano oggi sono soprattutto infermieri (18.164), seguiti da personale tecnico amministrativo (13.808), ausiliari socio sanitari (10.328), tecnici di laboratorio o di radiologia (4.929), medici (4.110) e da altro personale di assistenza (3.607).