Cronaca di Frosinone

Venerdì 3 marzo 2006
FIUGGI/CONGRESSO UIL
Proposta per il parco dell’«Appennino ciociaro»
L’associazione «Orso and friends» protagonista al seminario per lo sviluppo sostenibile ambientale

DURANTE i lavori della prima giornata del XII congresso provinciale della Uil abbiamo approfondito la proposta del «Parco della Ciociaria» con Gabriele Mastropietro, presidente dell’Associazione ambientalista «Orso and friends» (sito www.orsoandfriends.it), che è intervenuto anche sulle posizioni assunte dal consigliere regionale Antonello Iannarilli. «Stimiamo l’on. Iannarilli e quindi ci permettiamo di discutere le sue argomentazioni senza polemizzare ma alla ricerca di qualcosa di nuovo per i nostri paesi e per la nostra provincia» questa la premessa di Mastropietro. «Le ordinanze del Tar Lazio e del Consiglio di Stato (del 2005 e del 2006) hanno definitivamente sancito che le zone di protezione speciali (Zps) e i siti di importanza comunitaria (Sic) hanno le stesse norme di tutela dei parchi. Le aree Zps e Sic furono scelte con leggi regionali, comunicate al Ministero dell’Ambiente e fatte pervenire alla UE dove divennero la rete natura 2000 della direttiva comunitaria "habitat". Come è ovvio - prosegue Mastropietro - fu una scelta libera e democraticamente assunta nel pieno rispetto delle leggi, in particolare di quella nazionale sulla caccia n.157/92 e regionale n.17/95 che prescrivono una percentuale di superficie agro silvo pastorale della regione da destinare a tutela della fauna che va dal 20 al 30%, percentuale che, secondo i dati dell’Assessorato regionale la provincia di Frosinone tutela solo per l’11,20% della superficie. Nel Lazio solo Roma supera il 30% (31,82%), mentre tutte le altre province sono di gran lunga sotto il 20%. In Ciociaria, anche immettendo tutti gli Ernici nelle zone protette,non si arriva al 16% mentre i numeri ufficiali dicono che la superficie destinata alla caccia (atc) è pari all’85% , ben oltre i limiti previsti dalla normativa regionale tra il 55 e il 65%». Cifre precise che fanno sorgere spontanei alcuni interrogativi anche per il fatto che la Ciociaria perde ogni giorno competitività e occupati nel sistema industriale. «Quindi - prosegue Gabriele Mastropietro - bisogna pensare a nuovi vettori di sviluppo prendendo atto di quanto fatto altrove in campo turistico - ambientale con il boom negli agriturismo trainato dal turismo delle aree protette e dai parchi. Creando un vero grande Parco della Ciociaria si valorizzerebbe una ricchezza, si connetterebbero i vari brandelli di aree protette e il turismo si inpennerebbe (come già accaduto nelle aree dell’Adamello - Brenta o come accade nel Parco d’Abruzzo). Su un aspetto concordiamo con Iannarilli: le nostre attuali aree non portano nessun beneficio. Ma questo proprio perché non hanno omogeneità, non hanno visibilità perché sconosciute al grande pubblico». E allora che fare? «In conclusione - sostiene ancora Mastropietro - un vero parco dell’appennino ciociaro valorizzerebbe tutti i comuni (si pensi al valore al mq delle abitazioni dei paesi del parco d’Abruzzo), creerebbe occupazione (guardia parchi, esperti forestali, agronomi, guide , comunicatori), darebbe nuova linfa alle trattorie, farebbe nascere una rete di "bed and breakfast", (oggi solo 5-6) e di prodotti tipici dei nostri allevatori, favorirebbe la nascita di cooperative di giovani e l’accesso a significativi fondi comunitari ed incentivi ai privati. Insomma tutti avrebbero vantaggi ed anche per i cacciatori si potrebbe trovare un "modus vivendi" anche se non si può pensare che 10.000 cacciatori possono essere così importanti da frenare una prospettiva di sviluppo futuro. Pensando in grande c’è spazio e risposte per tutti. Non è vero On. Iannarilli?»

F. di M.