Cronaca di Frosinone

Domenica 3 dicembre 2006

Distretti, Anagni va con Ferentino

di PAOLO CARNEVALE

«Mi chiamo Sabina Morini, ho due figli con problemi che usano le strutture dell’Utr, l’unità per la terapia di riabilitazione collegata all’ospedale di Anagni. E vorrei che tutti voi andaste a vedere in che condizioni operano i tecnici della struttura; ed in quali ambienti i miei figli e altri pazienti sono costretti a rimanere. Fate qualcosa». È stato il momento emotivamente più forte della conferenza organizzata ieri mattina ad Anagni, nella Sala della Ragione del palazzo comunale, per discutere del futuro dell’ospedale della città dei papi, stretto tra progetti di una nuova struttura, e difesa della vecchia. All’orizzonte, da quanto è emerso, c’è lo smembramento dell’attuale distretto Anagni-Alatri, per avvicinare Anagni a Ferentino permettendo così una migliore gestione della sanità in zona. Prevista anche la firma di un protocollo di intesa, per facilitare gli interventi di potenziamento nel nosocomio anagnino, in attesa della nuova struttura. La discussione ha visto in primo luogo l’intervento dell’assessore alla sanità della Regione Lazio Augusto Battaglia, che ha assicurato il proprio impegno pur ricordando il deficit ereditato dalla precedente amministrazione. Presente poi il direttore dell’Asl di Frosinone, Giancarlo Zotti , e i vertici del Comune di Anagni, sindaco Noto e city manager Fiorito in testa. In platea molti dei sindaci del comprensorio. E, non solo spettatori ma anche attori preoccupati, medici ed operatori dell’ospedale.
Al di là di situazioni estreme, Zotti ha ammesso che la sanità in zona è “molto critica”, con un ospedale la cui situazione, almeno a livello di strutture, “non è migliorabile”. Due le strategie, come si diceva, emerse con chiarezza: valorizzare quanto c’è; e nel contempo porre le basi per il nuovo ospedale, previsto fra circa tre anni nella parte bassa della città, presso il casello autostradale. Un progetto che però da molti viene guardato con timore, pensando che possa essere il pretesto solo per chiudere il vecchio.