Cronaca di Frosinone

Giovedì 14 dicembre 2006

Rifondazione
«Ospedali sovraffollati, situazione non più tollerabile»

«Il sistema sanitario di Frosinone ha urgente bisogno di un’opera di riorganizzazione e ammodernamento improntata a garantire un’assistenza dignitosa ai malati. Ciò che abbiamo visto nella nostra recente visita agli ospedali Umberto I di Frosinone e S. Maria della Pietà di Ceccano, due nosocomi che mostrano gravi carenze sotto il profilo delle strutture e dei servizi offerti, non è più tollerabile». Lo affermano Alessio D’Amato, capogruppo di Ambiente e Lavoro, e Anna Pizzo, indipendente del Prc, entrambi componenti della Commissione sanità della regione Lazio, che lo scorso 11 dicembre hanno effettuato un sopralluogo negli ospedali ciociari.
«Ci siamo trovati di fronte due situazioni limite: la struttura di Frosinone sovraffollata e quella di Ceccano sottoutilizzata. In particolare, a Frosinone, abbiamo potuto visionare le condizioni di numerosi pazienti in degenza post operatoria sistemati lungo i corridoi della chirurgia e ortopedia, tra l’altro in totale promiscuità. Alla carenza di posti letto si è poi aggiunta la chiusura della struttura Utic (Unità di terapia intensiva cardiologia) dovuta alla mancanza di personale».
«Da quanto abbiamo constatato la sanità del frusinate è carente anche sotto il profilo organizzativo in merito al rapporto tra gli operatori e la Asl, poiché manca un reale coordinamento tra gli operatori stessi e la Direzione generale dell’azienda. Abbiamo quindi chiesto di convocare con urgenza la Commissione sanità di cui facciamo parte, consentendo la partecipazione di tutti i soggetti del mondo sanitario, amministrativo, sindacale e associativo del territorio del frusinate. Siamo infatti convinti – concludono D’Amato e Pizzo - che la riorganizzazione del sistema sanitario della Provincia di Frosinone debba partire dall’elaborazione di un piano strategico stilato in stretta collaborazione con tutti i soggetti interessati, perché si possa giungere in tempi brevi a dare una risposta all’emergenza delle strutture ospedaliere locali».