Cronaca di Frosinone

Mercoledì 20 dicembre 2006

Intervista al presidente della Regione: in arrivo ticket, blocco delle assunzioni e mobilità del personale
«Sanità, la svolta o crolla tutto»
Marrazzo: possiamo risanare i conti, ma servono i sacrifici di ognuno 
Insieme al Governo percorreremo anche la strada del taglio dei posti letto: senza togliere
qualità e assistenza ma andando a colpire le sacche di inefficienza
La relazione di Kpmg ha certificato l’esattezza dei nostri calcoli sui debiti del passato: quasi dieci miliardi. Risaneremo i conti, con l’aiuto del Governo

di MARCO GIOVANNELLI e PIETRO ROCCHI
 

Sanità malata, malata gravemente. E Piero Marrazzo (presidente della regione) presenta la sua ricetta: dai ticket sulle medicine che saranno scaglionati per fasce e tipologia di farmaci, al blocco delle assunzioni del personale sanitario e alla riduzione dello stipendio dei consiglieri regionali. «I sacrifici dovranno essere per tutti - dice Marrazzo - e serve la collaborazione di tutti altrimenti crollerà il sistema». Su Roma capitale, infine, Marrazzo aggiunge: «La città senza il Lazio, e viceversa, non possono esistere».
Una cura dura, durissima per la sanità del Lazio. «Dobbiamo cambiare, tutti insieme, per non lasciare le cose come prima: la responsabilità grava su tutti noi. Ora o mai più». Piero Marrazzo, presidente della giunta regionale, sta mettendo a punto la terapia d’urto per un «malato che ha la febbre alta». E così ecco le accelerazioni che vorrebbe mettere in atto per ricostruire una rete sanitaria «intorno al cittadino» con un forte incremento dell’assistenza domiciliare (sarà l’obiettivo del prossimo anno). Ma inevitabilmente ecco anche un 2007 all’insegna dei sacrifici. Sacrifici pesanti, ma che non graveranno - promette Marrazzo - solo sui cittadini chiamati a pagare il ticket sui farmaci. Il proposito è quello di aggredire anche le “centrali di produzione della spesa sanitaria”: con «il blocco del turn over e la mobilità del personale per almeno sei mesi», con una stretta alle «deroghe che consentono ai medici di lavorare oltre l’età pensionabile» e con «l’accorpamento dei reparti non produttivi». Una sfida tanto ambiziosa quanto impopolare ma necessaria: «O si cambia ora, o crolla tutto», dice senza mezzi termini il presidente Marrazzo. Che parla come chi è rimasto con il cerino in mano e adesso si trova a dover fare l’ambasciatore delle cattive notizie. E sottolinea: «Ora o mai più».
Una partita determinante sarà giocata anche al tavolo con i ministeri dell’Economia e la sanità sul taglio dei posti letto. Al Governo è stato chiesto di considerare «la specificità romana, il “peso” dei policlinici universitari e l’attrazione che offrono ai cittadini di fuori regione, alla presenza turistica e dei grandi eventi che comunque gravano sulla sanità romana». Su questo tema il pomo della discordia sono i 1.900 posti letto che forse non verranno tagliati se il Governo accetterà le tesi della Regione. Poi c’è il capitolo tariffe: «Non ci sarà un taglio orizzontale - sostiene Marrazzo - ma andremo a colpire quelle specialità dove c’è troppa offerta. Un esempio? Se nel Lazio basta un certo numero di tonsillectomie e se in questo settore l’offerta è troppa, abbasseremo le tariffe. Solo così governeremo la domanda e l’offerta diminuendo quest’ultima. Vogliamo lavorare sulla qualità e non sulla quantità, riportando al centro della sanità il pubblico dopo una crescita enorme della sanità privata. I risultati del pubblico dovranno tornare ad essere proporzionali alla quantità degli investimenti».
Dal primo gennaio verrà introdotto il ticket sulle ricette, come raccomanda la finanziaria del Governo, perché la spesa farmaceutica del 2005 e 2006 è stata superiore a quella ammessa. A quanto ammonterà il ticket? Si è pentito di aver abolito quello da un euro adottato dalla precedente giunta?
«Tra i dieci miliardi di euro e i 50 milioni incassati dal ticket non ci sono paragoni. Quel ticket era solo un aggravio per i cittadini e andava abolito. I cittadini che hanno avuto 400 milioni di euro in più di medicine e centinaia di miglia di esami diagnostici risultati molto spesso inutili, non stanno meglio in salute. Sul ticket del futuro il Governo ci ha obbligato a ripianare 141 milioni di euro che equivalgono al 40% dello sforamento nel 2005. E’ presto parlare di cifre perché vorrei trovare un equilibrio tra la cifra e la tipologia di medicina prescritta per non gravare su tutti i cittadini e tutti i farmaci».
La relazione della Kpmg consegnata lunedì al ministro per l’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, invita la Regione a costituire una task force per rivedere i conti della sanità. E’ d’accordo su questa richiesta? Ma a quanto ammonta esattamente il deficit della sanità?
«L’advisor ha certificato l’esattezza dei nostri calcoli sul debito e ha stabilito che i debiti verso i fornitori al 31 dicembre del 2005 sono di 9,734 miliardi dei quali 6,240 miliardi accertati. Ben venga la task force regionale del debito che deve ancora emergere, sarà un lavoro anagrafico per risalire a chi ha ancora le fatture per le quali non sono stati richiesti pagamenti. Quel debito gira tra le società finanziarie e costa di interessi il 10 per cento l’anno. La relazione contiene anche critiche su certe operazioni finanziarie del passato e lo scempio dei 6 miliardi da pagare, secondo le previsioni della passata giunta, tra il 2005 e il 2010. Qualche volta vengo preso dall’angoscia di non farcela ma poi torna la serenità: risaneremo i conti. Con l’aiuto del Governo».
Il ministro accorderà di spalmare il debito in 30 anni?
«E’ questa la strada che stiamo percorrendo. Chiederò anche di rinegoziare, magari con un pool di banche e il controllo del Governo, il debito. Ma anche una procedura di liquidazione del debito al di fuori delle Asl. Insieme al Governo percorreremo anche la strada del taglio dei posti letto che non toglierà qualità e assistenza ma andrà a colpire le sacche di inefficienza».
I consiglieri regionali si dovrebbero diminuire lo stipendio del 10% così come è avvenuto già un anno fa?
«Spero bene, spero che comprendano che i sacrifici li dobbiamo fare tutti, a cominciare dalla politica e c’è bisogno di austerità».
Presidente Marrazzo, da venti mesi è alla guida della Regione Lazio: qual è il provvedimento del quale è fiero?
«Sono fiero d’aver aiutato un uomo, ucciso prima di vedere coronato un sogno. Mi riferisco a don Santoro che mi chiese aiuto per finanziare la biblioteca per il Centro d’incontro tra le religioni. Il centro nascerà nei prossimi mesi per far incontrare le grandi religioni del Mediterraneo. Il futuro? Combatterò quell’intreccio malsano tra politica e amministratori pubblici della sanità. Non sono un giustizialista, ma certe situazioni vanno corrette».
Roma capitale. Se dalla cartina del Lazio venisse ritagliato il territorio, gli elettori, la forza economica di un ipotetico distretto di Roma capitale, cosa rimane al Lazio?
«Tutte le strade portano a Roma ma per arrivare nella capitale bisogna passare attraverso il Lazio. E una città chiusa nel suo ambito non gioverebbe a nessuno».
Lei è anche commissario straordinario del Governo per l’emergenza rifiuti. Si costruiranno nel Lazio i gassificatori e i termovalorizzatori?
«Io voglio parlare di impianti e di tencologie avanzate. Il Lazio ha la possibilità di raggiungere una quota molto importante di raccolta differenziata ma in attesa di raggiungere l’obiettivo devo chiudere il ciclo dei rifiuti. I cittadini del Lazio non dovranno vivere quello che è accaduto in Campania».
Badaloni, Storace, Marrazzo. Tre giornalisti alla guida della Regione. Cosa invidia loro? Quali sono stati i loro meriti e le loro responsabilità?
«A Badaloni invidio le risorse e le possibilità di manovra, che ora non ci sono più. A Storace va il merito d’aver dato alla Regione il nuovo Statuto anche se non sono d’accordo su alcune parti. E a Storace va dato atto di non essersi barricato nel palazzo, ma di essere stato tra la gente. Ma nella passata Giunta non c’è stato il necessario controllo: quanto accaduto nelle Asl è eloquente».