Cronaca locale

Sabato 14 luglio 2007
ALATRI/Parti cesarei al «San Benedetto» di Alatri: «La notizia diffusa dal dipartimento ...

di PIETRO ANTONUCCI

... epidemiologico di Roma non corrisponde a verità». Lo afferma Costantino Magliocca, sindaco ed operatore della Sanità, che rimpicciolisce drasticamente i dati riportati giorni fa dal dottor Carlo Perucci dell’Asl Roma/E, i quali parlavano di una media del 79% di cesarei praticati nel nosocomio alatrense. La realtà è invece diversa e parla di una cifra molto più bassa, il 47,8%: questo il dato veritiero che Magliocca diffonde, documenti alla mano. «Resta comunque una percentuale molto alta, sulla quale bisogna spendere due parole», dice ancora il sindaco. Già, come si motiva questo numero? «Vi sono diverse ragioni. Innanzitutto, la media è determinata dall’organizzazione ospedaliera, il reparto Ostetricia del "San Benedetto" soffre purtroppo per la carenza di personale adeguato ed il ricorso al cesareo è dovuto a questo». In sostanza: per seguire meglio i travagli, senza ricorrere al parto operatorio, ci vorrebbero più ostetriche ed operatori medici. Stante l’attuale situazione, infatti, la disamina completa di tutti i travagli è impossibile e la prassi del cesareo ha la meglio, alla fine. «C’è poi un aumento dell’autodeterminazione delle gestanti, che chiedono il parto operativo - continua Magliocca -. Ciò innesca un meccanismo perverso, per cui se ad una donna viene praticato il cesareo in occasione del primo figlio, è probabile che che subirà un’analoga operazione anche in caso di una seconda gravidanza. Non è sempre così, ma in tante situazioni...». In tante situazioni, i medici applicano lo stesso metodo. Inoltre, prosegue ancora Magliocca, «Occorre considerare le aspettative dell’utenza per il travaglio ed il parto. Sia per la gestante che per il feto ci si attende, chiaramente, un percorso senza difficoltà. E, quando si sono verificati problemi, si è presa la strada del contenzioso medico-legale, contenziosi che sono lievitati di numero negli ultimi anni. E che hanno esposto di molto la classe medica, la quale spesso risulta scoperta dal punto di vista assicurativo. Anche per tale motivo, per evitare rischi, in nome ed in ragione dell’auto-tutela, si usa questa "strada" del parto operativo». Magliocca, dunque, difende l’operato del «San Benedetto» argomentando il suo discorso con tutte le considerazioni che possano spiegare quel 47,8% di parti cesaeri presso l’ospedale alatrense. «Un dato, lo ripeto, che resta lato, ma ben distante da quell’incredibile 79% di cui si era parlato», conclude il sindaco. Ma com’è stato possibile, da parte dell’Asl Roma/E prendere un abbaglio del genere? «Forse, i dati in possesso del centro epidemiologico regionale non sono aggiornati. L’inghippo potrebbe stare lì. Ad ogni modo, effettuare una verifica più attenta e approfondita sarebbe stata un’operazione necessaria per ricostruire un quadro più accettabile e vicino alla realtà dei fatti». Non fa una grinza.